Cronaca
Minore evaso da casa famiglia di Quarto arrestato in Avellino
Gli agenti della Digos della Questura di Avellino hanno partecipato a un movimentato inseguimento di un minorenne evaso da una casa di comunità. Il ragazzo, 17 anni di Grumo Nevano, in provincia di Napoli, è stato intercettato a Quadrelle, in provincia di Avellino, mentre percorreva a piedi la strada che dal cimitero conduce fuori paese.
Durante l’inseguimento, alcuni colpi di pistola sono stati sparati dai poliziotti a scopo intimidatorio. Un agente è caduto riportando una frattura al ginocchio, mentre un altro si è slogato un piede nel corso della colluttazione per bloccare il fuggitivo.
Il minorenne era fuggito nell’agosto scorso dalla casa famiglia di Quarto, in provincia di Napoli, cui era stato affidato dal tribunale dei minorenni di Napoli.
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Cronaca
“Stai con me”: le ultime parole di Arcangelo Correra a Renato Caiafa
Il 19enne resta in carcere dopo l’udienza di convalida; il giovane durante l’interrogatorio ha raccontato le ultime parole della vittima, pronunciate prima di perdere i sensi.
A sinistra Renato Caiafa, a destra Arcangelo Correra
“Stai con me”. Sarebbero state queste le ultime parole di Arcangelo Carrera, il giovane ucciso ferito mortalmente poco prima delle 5 di sabato scorso, in piazzetta Sedil Capuano a Napoli, con un proiettile in fronte partito da una pistola che in quel momento era tra le mani di un suo amico, Renato Caiafa. A portarlo in ospedale furono gli stessi amici mentre poche ore dopo lo stesso Caiafa si è costituito, convinto da una zia.
L’udienza di convalida si è svolta questa mattina, il gip ha disposto la detenzione in carcere ma non ha convalidato il fermo. Caiafa è accusato dalla Procura di Napoli e dalla Squadra Mobile di detenzione e ricettazione dell’arma, una pistola con matricola abrasa, e per questi reati era stato emesso il provvedimento; il giovane è inoltre stato denunciato a piede libero per omicidio colposo.
Secondo l’avvocato del giovane, Giuseppe de Gregorio, Caiafa avrebbe risposto a tutte le domande del giudice ribadendo sostanzialmente il contenuto degli interrogatori giàa resi: “Il mio assistito ha ripetuto di aver rinvenuto la pistola nella stessa occasione in cui l’ha maneggiata e dice di averla trovata alloggiata sul pneumatico di un’autovettura che sosta spesso in quel punto. Dice di essersi incuriosito, di averla presa e una volta mostrata agli amici sarebbe partito il colpo”.
Omicidio Arcangelo Correra, l’amico Renato Caiafa…
Cronaca
Omicidio Arcangelo Correra, l’amico Renato Caiafa resta in carcere per la pistola
Fermo non convalidato, ma disposta detenzione in carcere, per Renato Caiafa; il giovane è anche indagato a piede libero per l’omicidio di Arcangelo Correra.
La vittima. il 18enne Angelo Correra, e il luogo del ferimento mortale
Resta in carcere Renato Caiafa, il 19enne accusato dell’omicidio dell’amico, il 18enne Arcangelo Correra, colpito da un proiettile alla fronte la notte del 9 novembre e deceduto poche ore dopo in ospedale. Il giovane, reo confesso, è comparso questa mattina davanti al gip di Napoli Iaculli, che ha ritenuto di non convalidare il provvedimento di fermo emesso ma ha disposto la detenzione in carcere.
Le indagini sono coordinate dalla Procura di Napoli e affidate alla Squadra Mobile (dirigente Giovanni Leuci). Il 19enne è indagato a piede libero per omicidio colposo, mentre il fermo era scattato per la ricettazione e la detenzione della pistola, una Beretta calibro 9×21 con matricola abrasa. Caiafa, che dopo aver colpito l’amico lo aveva accompagnato in ospedale, si era presentato successivamente in Questura, su impulso di una zia, e aveva confessato; aveva parlato di un incidente, sostenendo che il proiettile fosse partito per errore mentre maneggiava un’arma che aveva appena trovato in strada, nascosta sullo pneumatico di un’automobile parcheggiata.
Nel corso dell’interrogatorio il giovane, difeso dall’avvocato Giuseppe De Gregorio, ha confermato al gip la versione che aveva già reso nei giorni scorsi. Al gip ha riferito anche le ultime parole che Arcangelo Correra avrebbe detto prima di perdere i sensi. Il legale si è opposto alla convalida del fermo sostenendo che, essendosi il giovane presentato…
Cronaca
La società edile incassava milioni ma non pagava né tasse né contributi agli operai
Una società incassava milioni dai lavori nell’edilizia, ma era sconosciuta al fisco e non pagava i contributi agli operai: sequestrati Rolex, terreni e immobili.
Terreni, immobili e perfino otto Rolex, oltre ad automobili e ventimila euro in contanti: è quanto scoperto e sequestrato dalla Guardia di Finanza di Napoli nel corso delle perquisizioni in casa del rappresentante legale di una società del settore edile con sede a Marigliano, in provincia di Napoli, che deve rispondere dei reati di omessa dichiarazione e indebita compensazione. Il tutto è partito da un’indagine della Guardia di Finanza di Casalnuovo di Napoli, che sebbene sconosciuta al Fisco avrebbe gestito diversi cantieri in comuni dell’hinterland partenopeo, tra cui Volla, Brusciano, la stessa Marigliano ed altri, per un volume d’affari stimato in diverse decine di milioni di euro dal 2017 al 2021, per la costruzione di nuovi edifici.
Durante le ispezioni e la verifica fiscale nei confronti della società edile, sono emersi anche quattro lavoratori in nero nonché il fatto che ai quindi lavoratori regolarmente assunti non erano stati versati i contributi da parte della società all’Inps e all’Inail per oltre mezzo milione di euro. A quel punto, il giudice per le indagini preliminari della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Nola, competente per il territorio di Marigliano, ha emesso un decreto di sequestro preventivo per equivalente di oltre 2,2 milioni di euro nei confronti della società e del suo rappresentante legale: ventimila euro in contanti, automobili, terreni, immobili e perfino otto Rolex tra i beni sequestrati da parte della Guardia di Finanza….