Cronaca
L’assassino del pescivendolo aveva l’arma del delitto in casa
Giuseppe Vangone è stato fermato ieri sera dai carabinieri con l’accusa di essere il presunto assassino del pescivendolo di Boscoreale, Antonio Morione, ucciso due anni fa. Durante il fermo, i carabinieri hanno trovato diverse armi e munizioni all’interno della sua abitazione, inclusa una pistola che potrebbe essere stata utilizzata per l’omicidio del commerciante ittico. Vangone è stato inoltre arrestato per detenzione illegale di armi e munizioni da guerra, nonché per possesso di sostanze stupefacenti.
Le armi sequestrate saranno sottoposte ad accertamenti balistici per verificare eventuali utilizzi in fatti di sangue o altri delitti. Il provvedimento di fermo è stato emesso in seguito a ulteriori indizi di colpevolezza emersi contro Vangone e al sospetto che potesse tentare la fuga.
Le indagini condotte dai carabinieri e dalla Procura hanno permesso di raccogliere prove a carico di Vangone, il quale è sospettato di aver partecipato a due rapine presso pescherie di Boscoreale, appartenenti alla famiglia della vittima. In particolare, viene ritenuto responsabile dell’omicidio di Antonio Morione e delle rapine presso la pescheria di quest’ultimo e quella del fratello.
Nonostante l’attesa della pronuncia della Corte di Cassazione riguardo alla custodia cautelare in carcere di altri soggetti coinvolti nella vicenda, la Procura ha deciso di fermare Vangone in seguito alla raccolta di ulteriori prove a suo carico e alla presunta possibilità di fuga. Dopo le formalità di rito, Vangone è stato rinchiuso nel carcere di Poggioreale.
