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Cronaca Nera

Arrestato a Scafati il boss Gabriele Pesacane, terrore dei commercianti

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Arrestato a Scafati il boss Gabriele Pesacane, terrore dei commercianti

Gabriele Pesacane, latitante e ritenuto capo del clan omonimo attivo nei comuni di Boscoreale e Boscotrecase, è stato catturato stamane all’alba in una palazzina di corso Alcide De Gasperi a Scafati. Il 48enne era riuscito a sfuggire all’arresto durante un blitz dell’11 ottobre scorso, durante il quale erano stati arrestati anche i quattro fratelli, inclusi il capo Giuseppe Pesacane e Francesco, Pasquale e Salvatore.

L’arresto di Gabriele Pesacane, come gli altri avvenuti durante il blitz di ottobre, è stato effettuato in seguito a un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal GIP del Tribunale di Napoli su richiesta della Procura della Repubblica di Napoli – Direzione Distrettuale Antimafia. Pesacane è accusato di associazione a delinquere di tipo mafioso, traffico di sostanze stupefacenti e altri reati commessi con metodo mafioso, al fine di agevolare l’organizzazione camorristica denominata “Pesacane” operante nel territorio di Boscoreale e comuni limitrofi.

Gabriele “Sandro” Pesacane era coinvolto nell’usura per conto del clan, gestendo anche un’attività di riciclaggio di proventi dell’usura in una rivendita di fiori e articoli cimiteriali a Terzigno e in distributori di carburante tramite prestanome. Le sue pratiche di usura e le minacce hanno reso la vita difficile per molti commercianti della zona, spingendo diversi di loro a cedere le attività al boss.

Nelle scorse settimane, è stato scarcerato il fratello Frncesco Pesacane, coinvolto anch’egli nelle attività illecite del clan.

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Cronaca Nera

Agguato mancato: l’innocente donna ferita a Fuorigrotta

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Agguato mancato: l’innocente donna ferita a Fuorigrotta

Casco abbandonato sul luogo della sparatoria a Fuorigrotta

Un evento violento è avvenuto alle giostrine di Fuorigrotta, dove un individuo ha aperto il fuoco ferendo una donna di 50 anni mentre giocava con sua figlia. L’identità del colpevole potrebbe essere svelata grazie al casco lasciato sul luogo della sparatoria.

Indagini in corso e identificazione del responsabile

Le autorità competenti stanno conducendo approfondite indagini sulla sparatoria a Piazza Italia, sotto il coordinamento della Procura di Napoli. Il casco abbandonato contiene il Dna del responsabile, facilitando così la sua identificazione. Allo stesso tempo, sono state visionate le registrazioni delle telecamere pubbliche e private presenti nella zona.

La vittima e la reazione dell’opinione pubblica

La donna colpita alla coscia sinistra è stata prontamente trasportata all’ospedale di via Terracina, nonostante la gravità della ferita non sia compromessa la sua vita. L’opinione pubblica si stringe intorno alla vittima e denuncia la crescente insicurezza presente nelle aree destinate al gioco dei bambini, trasformate in luoghi pericolosi da atti di violenza.

Caccia al killer e l’azione dei clan criminali

Le forze dell’ordine sono concentrate sulla ricerca del responsabile della sparatoria, attuata in una zona sottoposta al controllo del clan Troncone. I clan criminali del rione Traiano stanno cercando di estendere il proprio dominio su Fuorigrotta, come dimostra l’agguato a Piazza Italia che poteva avere conseguenze ancora più tragiche se colpiva persone innocenti.

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Imprenditore legato al Pd denuncia usurai e fa arrestare sei aguzzini a Soccavo, Napoli

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Imprenditore legato al Pd denuncia usurai e fa arrestare sei aguzzini a Soccavo, Napoli

Napoli. Un imprenditore napoletano stanco di dover pagare gli usurai a cui si era rivolto durante la crisi economica causata dalla pandemia da Covid, si è rivolto ai carabinieri per portare le prove e ha fatto arrestare gli aguzzini.

I carabinieri della Compagnia Napoli Bagnoli hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare all’alba di oggi nei confronti di sei persone, accusate di usura, estorsione e tentata estorsione aggravata ai danni dell’imprenditore napoletano. L’imprenditore si era indebitato con alcune persone per ottenere prestiti in denaro per sostenere la sua attività economica durante la pandemia.

Dopo la denuncia, i carabinieri hanno avviato un’indagine coordinata dalla Procura di Napoli, che ha raccolto prove gravi di colpevolezza a carico degli indagati. Gli usurai hanno imposto tassi di interesse usurari, fino a oltre il 200% e la vittima è stata costretta a restituire un totale di circa 100.000 euro.

Nelle prime ore del 19 dicembre 2023, i carabinieri hanno eseguito le misure cautelari: due persone sono state arrestate in carcere, due agli arresti domiciliari e due sottoposte all’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Sono stati anche sequestrati beni e conti correnti per un valore complessivo di circa 200.000 euro.

L’operazione, nota come “Sofferenza”, è stata condotta dal Nucleo Operativo della Compagnia Bagnoli, con il supporto del Nucleo Investigativo di Napoli e del Raggruppamento Operativo Speciale Carabinieri. Tra gli indagati ci sono Carlo Capezzuto, Giuseppe Barretta, Nicola Siano, Giovanni Minopoli, Gennaro Di Napoli e Francesco Di Donato, tutti di Napoli e con varie fasce d’età. Alcuni sono in custodia in carcere, altri agli arresti domiciliari e altri sottoposti all’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.

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Due sparatorie in 24 ore a Pomigliano: quale la causa?

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Due sparatorie in 24 ore a Pomigliano: quale la causa?

La scorsa sera, il nucleo operativo e radiomobile di Castello di Cisterna è intervenuto in via Roma a Pomigliano d’Arco, precisamente all’altezza del civico 193, in seguito all’esplosione di colpi d’arma da fuoco.

Da una prima ricostruzione, è emerso che individui sconosciuti avrebbero aperto il fuoco contro un condominio. Sulla scena, sono stati rinvenuti diversi bossoli calibro 9×21. Fortunatamente, non si segnalano feriti. Attualmente, sono in corso approfondite indagini per chiarire la dinamica dell’evento.

Questa sparatoria fa seguito a un episodio simile avvenuto la sera precedente in via Enrico de Nicola. Anche in quel caso, individui non identificati avrebbero sparato proiettili in direzione di un edificio al civico 41, situato nel complesso popolare della “219”.

La ripetizione di simili incidenti ha innescato preoccupazioni nella comunità locale, sollevando la necessità di ulteriori misure di sicurezza e vigilanza.

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