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Cronaca

Clan Rega-Piacente minaccia ex sindaco di Brusciano

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Clan Rega-Piacente minaccia ex sindaco di Brusciano

La tracotanza del clan Rega-Piacente a Brusciano si manifestò nell’aperta sfida al sindaco, che preoccupato, si rivolse al prefetto di Napoli e alla Commissione Parlamentare Antimafia. Tutto ciò emerge dall’ordinanza del gip di Napoli Fabio Provvisier, che ha disposto 41 misure cautelari notificate dai carabinieri della Compagnia di Castello di Cisterna, di cui 35 in carcere e 6 divieti di dimora in Campania.

Le faida tra i Rega-Piacente e il clan rivale Esposito-Palermo ha portato il sindaco a denunciare le difficoltà incontrate, venendo sfidato apertamente dalla camorra locale. Alcuni giorni dopo l’assegnazione della protezione individuale, 14 consiglieri comunali su 16 si dimisero e il comune venne sciolto. Successivamente, venne arrestato il boss Bruno Piacente, con la moglie Tiziana De Donato che prese il controllo dell’organizzazione malavitosa.

La moglie del boss divenne referente e organizzatrice della vendita di cocaina, riscuotendo gli incassi attraverso altri due indagati: Francesco Cecero e Ciro De Luca. Tutti e tre sono stati arrestati dai carabinieri di Castello di Cisterna.

Le palazzine sono state sotto il controllo del clan, con la vendita di droga avvenuta anche sotto gli occhi dei bambini. Rigide regole e turni di lavoro da 24 ore sono state documentati nella oltre 400 pagine dell’ordinanza, estendendo le attività non solo al traffico di droga ma anche ad altri settori.

Il caffè ordinato al bar durante i turni di lavoro si è rilevato essere un tallone d’Achille per gli spacciatori, portando all’arresto di alcuni di loro. La moglie del boss si è lamentata del vizio di tutti i pusher, dando modo ai carabinieri di organizzare una trappola che ha portato agli arresti.

Le palazzine del rione 219 sono state trasformate in un’azienda della droga, con turni di lavoro differenziati e con rigide regole di comportamento. Nomi in codice e segnali di allarme sono stati utilizzati per evitare la presenza delle forze dell’ordine.

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Piazza Garibaldi, la protesta dei gestori dei B&B: “Degrado e furti mettono a rischio turisti e residenti”

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Piazza Garibaldi, la protesta dei gestori dei B&B: “Degrado e furti mettono a rischio turisti e residenti”

Gestori delle case vacanze e residenti protestano denunciano furti e rapine. Sotto accusa il cosiddetto “mercatino delle pezze”. Operatori e cittadini chiedono una presenza fissa delle forze dell’ordine.

Il problema del degrado di Piazza Garibaldi è un tema che attraversa il dibattito cittadino a Napoli da molti anni. Il cosiddetto “mercatino delle pezze”, ovvero una esposizione estemporanea finalizzata alla vendita di merce rubata, recuperata nei cassoni dell’immondizia o contraffatta anima la piazza di domenica, ma anche in altri giorni.

A vendere sono principalmente cittadini migranti, a comprare sempre migranti ma anche tanti napoletani. E in quel contesto del mercatino abusivo che avvengono poi furti e scippi, ai danni di turisti e residenti. A questo si aggiunge il degrado di cumuli e cumuli di rifiuti e addirittura deiezioni. La zona più colpita è quella ad angolo tra Piazza Garibaldi e Corso Garibaldi. Qui al civico 3 c’è un palazzo in cui sono concentrate tantissime case vacanza e restano ancora una decine di famiglie residenti, sono loro che hanno dato vita alla protesta che chiede maggiore sicurezza nella piazza.

“Turisti spaventati, lo si vede nelle recensioni”

Basta guardare i cartelli affissi all’esterno del palazzo al civico 3 di Piazza Garibaldi per rendersi conto di essere in un luogo strategico rispetto all’affluenza turistica della zona. Qui è pieno di case vacanze. Eppure siamo nella zona più delicata, sul marciapiede perimetrale laterale accanto al palazzo si svolge il “mercatino delle pezze”. Un marciapiede su cui viene esposto di tutto. È questo il fenomeno che viene indicato da residenti e…

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Albero crolla sugli studenti all’Università a Fisciano, l’Ateneo: “Verifiche in corso sugli altri alberi”

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Albero crolla sugli studenti all’Università a Fisciano, l’Ateneo: “Verifiche in corso sugli altri alberi”

In una nota, l’Università di Salerno ha commentato quanto accaduto ieri al campus di Fisciano, dove un albero è crollato su tre studenti, uno dei quali è grave.

Si dicono “attoniti e addolorati” dall’Università di Salerno per quanto accaduto ieri, sabato 30 novembre, al campus di Fisciano, dove un grosso albero è crollato addosso a tre studenti, uno dei quali è in gravi condizioni. “L’Ateneo – si legge in una nota – in tutte le sue componenti docenti, studenti e personale tecnico e amministrativo, si stringe in questo momento drammatico attorno ai tre corsisti della specializzazione per le attività di sostegno e alle loro famiglie”.

L’Università di Salerno, poi, nella nota fornisce ulteriori dettagli tecnici sulla manutenzione del verde pubblico negli spazi di competenza dell’Ateneo: “Il contratto in essere tra la Fondazione universitaria – che gestisce la manutenzione del verde di Ateneo – e la ditta affidataria del servizio, prevede il costante monitoraggio delle condizioni di sicurezza delle oltre 3.000 essenze arboree presenti nei campus, con obbligo di segnalazione di criticità e messa in sicurezza ad horas, oltre alla effettuazione di periodiche e specifiche verifiche, con rilascio di documentazione comprovante i relativi esiti”.

In conclusione, l’Ateneo fa sapere di aver cominciato una verifica sugli altri alberi di competenza: “Si tiene a precisare che la Fondazione ha comunque attivato un’ulteriore e immediata verifica straordinaria, tuttora in corso, presso i Campus di Fisciano e Baronissi. In merito ad alcune notizie apparse sulla stampa locale, inoltre, si fa presente che non erano state segnalate…

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Detenuto distrugge la cella e prende a morsi gli agenti nel carcere di Benevento: due in ospedale

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Detenuto distrugge la cella e prende a morsi gli agenti nel carcere di Benevento: due in ospedale

Tre gli agenti aggrediti da un detenuto nel carcere di Benevento, due dei quali hanno dovuto fare ricorso alle cure mediche in ospedale.

Tre agenti della Polizia Penitenziaria sono stati aggrediti da un detenuto nel carcere di Benevento: due dei poliziotti hanno dovuto fare ricorso alle cure mediche in ospedale; a denunciare l’aggressione, che si è verificata ieri, sabato 30 novembre, è la Consipe (Confederazione dei sindacati di polizia penitenziaria). Da quanto si apprende, il detenuto, prima dell’aggressione, ha devastato gli arredi della sua cella e si è poi scagliato contro i tre agenti, che sono stati presi anche a morsi: per i due poliziotti refertati in ospedale, la prognosi è stata di 10 e 20 giorni.

Il segretario regionale della Consipe Campania, Tommaso De Lia e la sua vice, Pina Razzano, denunciano: “Gli eventi critici nel carcere di Benevento sono all’ordine del giorno, parlare di sicurezza con mancanza di personale e di strumenti è pura utopia, nonostante tutte le aperture trattamentali poste in essere dal direttore del carcere che probabilmente non hanno funzione deterrente ad episodi del genere”.

Il vicepresidente Consipe Luigi Castaldo e il dirigente sindacale Vincenzo Santoriello, invece, dichiarano: “Garantire il mandato istituzionale nel sistema penitenziario attuale è un’impresa miracolosa: e quello che è assurdo è che basta un attimo e dopo il danno è possibile subire anche la beffa, poiché da angeli della giustizia a torturatori il passaggio è breve, visto il giudizio mediatico generalizzato e da qualcuno strumentalizzato per altri fini”.

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