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Cronaca

Fiaccolata per i fratelli Marrandino, familiari ringraziano per il sostegno

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Fiaccolata per i fratelli Marrandino, familiari ringraziano per il sostegno

I familiari di Marco e Claudio Marrandino, i due fratelli brutalmente uccisi a colpi di pistola lo scorso 15 giugno, hanno espresso la loro gratitudine verso tutti coloro che hanno partecipato alla toccante fiaccolata organizzata in memoria dei loro cari.

Un gesto di solidarietà e supporto

La fiaccolata, che si è svolta nella serata del 19 giugno, ha visto la partecipazione di centinaia di persone provenienti da diverse parti del paese. Un gesto di solidarietà e supporto nei confronti della famiglia Marrandino, colpita da una tragedia inimmaginabile.

Emozioni e commozione durante la cerimonia

Durante la cerimonia, i familiari dei due giovani fratelli hanno potuto sentire tutto il calore e l’affetto della comunità, che si è stretta intorno a loro in un momento di dolore e di smarrimento. Le fiaccole accese brillavano nel buio della notte, simbolo di speranza e di rinascita dopo la tragedia che ha sconvolto la vita di tutti.

Ringraziamenti sinceri

I familiari di Marco e Claudio Marrandino desiderano ringraziare di cuore tutte le persone che hanno preso parte alla fiaccolata e che hanno dimostrato il loro sostegno in un momento così difficile. Le parole non possono esprimere appieno la gratitudine per tutti coloro che si sono uniti a loro in questa commemorazione così toccante e significativa.

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Audienza straordinaria il 5 luglio per stupri minori Caivano

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Audienza straordinaria il 5 luglio per stupri minori Caivano

La geografia dei luoghi teatro degli abusi

Il Gup del Tribunale dei Minorenni di Napoli ha deciso di rinviare al 5 luglio prossimo l’udienza straordinaria relativa agli stupri ai danni delle due cuginette di Caivano, che vedono coinvolti tre minorenni imputati.

La decisione è stata presa dal giudice Anita Polito, che ha accolto un’istanza presentata dagli avvocati della difesa a causa del mancato deposito delle trascrizioni delle dichiarazioni rese dai tre ragazzi imputati.

L’importanza delle testimonianze

Le testimonianze delle vittime e dei testimoni sono cruciali in casi di abusi sessuali, e la mancanza delle trascrizioni potrebbe influenzare l’esito del processo. È fondamentale che tutte le parti coinvolte abbiano accesso alle prove e che il procedimento legale si svolga nel rispetto delle normative vigenti.

Implicazioni della decisione del Tribunale

Il rinvio dell’udienza potrebbe avere ripercussioni sull’intera vicenda, prolungando i tempi del processo e provocando ulteriori disagi alle vittime e alle loro famiglie. È importante che la giustizia venga fatta nel modo più tempestivo e equo possibile, garantendo il diritto delle vittime a essere ascoltate e a ottenere giustizia.

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Bacoli: bimbo 11 anni rapinato, gettato binari stazione Cumana

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Bacoli: bimbo 11 anni rapinato, gettato binari stazione Cumana

Nella stazione Fusaro situata a Bacoli, è avvenuto un terribile episodio di rapina a mano armata ai danni di un bambino di soli 11 anni. I colpevoli, identificati come un 22enne e un 17enne, sono stati arrestati dai carabinieri dopo un’approfondita indagine su quanto accaduto.

Rapina a mano armata sulla Cumana

L’episodio ha scosso l’intera comunità locale, con la vittima del bimbo che è stato rapinato e minacciato con un coltello prima di essere gettato sui binari della stazione della Cumana. Un gesto vile e spaventoso che ha destato forte indignazione tra i residenti e le autorità.

I due delinquenti sono stati rapidamente individuati e arrestati, ma l’incidente ha lasciato un segno indelebile nella mente di tutti coloro che sono venuti a conoscenza della notizia. La sicurezza pubblica è diventata un tema ancora più scottante e la necessità di contrastare fenomeni criminali simili è emersa con forza.

Appelli per aumentare la sicurezza

Dopo l’accaduto, si sono levate numerose voci che hanno chiesto un potenziamento delle misure di sicurezza nelle stazioni ferroviarie e un maggiore controllo del territorio per prevenire episodi violenti simili. La comunità locale si è stretta intorno al piccolo rapinato e alla sua famiglia, mostrando solidarietà e sostegno in un momento così difficile.

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Sparatoria a Santa Chiara, Napoli: due feriti, uno in condizioni gravi.

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Sparatoria a Santa Chiara, Napoli: due feriti, uno in condizioni gravi.

Violenta sparatoria a Napoli in via Santa Chiara

Questa notte a Napoli si è verificata una sparatoria in via Santa Chiara, all’angolo con vico Banchi Nuovi, che ha lasciato due persone ferite.

Le vittime, un ragazzo di 22 anni e un altro di 25, sono state soccorse dal personale del 118 e trasportate all’ospedale Pellegrini per le cure necessarie.

Il giovane di 22 anni è stato ferito a una gamba e è stato già dimesso dopo le cure ricevute, mentre il 25enne rimasto colpito al basso ventre è attualmente in prognosi riservata.

Indagini in corso della Squadra Mobile di Napoli

Secondo le prime informazioni emerse, il colpevole sarebbe stato un singolo individuo a piedi, il quale dopo aver sparato si è dato alla fuga. Sulla scena del crimine sono stati ritrovati dei bossoli che sono al centro delle indagini condotte dalla Squadra Mobile di Napoli.

L’obiettivo degli investigatori è quello di identificare l’autore di questo gesto violento e di ricostruire l’intera dinamica dell’accaduto.

Preoccupazione tra i residenti per la sicurezza della zona

L’episodio di violenza ha generato preoccupazione tra i residenti del quartiere, i quali chiedono maggiore presenza delle forze dell’ordine per garantire maggiore sicurezza. In quella zona di Napoli, si è registrato un aumento della tensione tra gruppi di giovani camorristi emergenti che competono per il controllo dei traffici illeciti.

È importante sottolineare che la zona coinvolta è molto frequentata, sia di giorno da turisti provenienti da tutto il mondo, sia di sera e notte dai giovani che frequentano i locali della movida.

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Due giovani sparati a Napoli, uno in pericolo

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Due giovani sparati a Napoli, uno in pericolo

In seguito ad un violento attacco avvenuto in via Santa Chiara, due giovani uomini di 22 e 25 anni sono stati feriti da colpi di pistola. Purtroppo, il secondo ragazzo è stato colpito al basso ventre e si trova in condizioni gravissime. L’episodio ha scosso la tranquillità della zona e le indagini della polizia sono in corso per fare luce sulla vicenda.

Le vittime del brutale attacco

Il giovane di 22 anni e il ragazzo di 25 sono stati i malcapitati di questo violento episodio avvenuto nella notte a Napoli. Entrambi sono stati colpiti da colpi di pistola, ma purtroppo il secondo ragazzo ha riportato ferite gravi che mettono in pericolo la sua vita.

La gravità della situazione

L’attentato avvenuto in via Santa Chiara ha destato grande preoccupazione tra i residenti del quartiere e ha fatto scattare l’intervento delle forze dell’ordine. La polizia sta cercando di fare chiarezza sull’accaduto e individuare i responsabili di questo grave episodio di violenza.

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Vescovo si rompe tendine calcetto, operato: stesso infortunio Ronaldo

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Vescovo si rompe tendine calcetto, operato: stesso infortunio Ronaldo

Il Vescovo di Vallo della Lucania, monsignor Calvosa, rassicura i fedeli sulle sue condizioni con un video dal letto dell’ospedale. Domenica scorsa aveva partecipato alla riapertura degli spazi dell’oratorio e giocato a calcio.

Monsignor Calvosa, il messaggio di speranza dal letto dell’ospedale

Con un sorriso sul volto, monsignor Calvosa, vescovo di Vallo della Lucania, ha voluto tranquillizzare i suoi fedeli con un video dal letto dell’ospedale. Domenica scorsa partecipò alla riapertura degli spazi dell’oratorio e si era divertito giocando a calcio con i ragazzi.

Il Vescovo operato per lo stesso infortunio di Ronaldo

Dopo l’intervento chirurgico per il tendine rotto, monsignor Calvosa si è mostrato ottimista e pieno di speranza per la sua pronta guarigione. L’infortunio occorso mentre giocava a calcio durante l’iniziativa per la riapertura dell’oratorio lo ha portato sulla stessa strada di recupero di grandi campioni come Cristiano Ronaldo.

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Giugliano: scarcerato Agostino D’Alterio, temibile ras del clan Mallardo

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Giugliano: scarcerato Agostino D’Alterio, temibile ras del clan Mallardo

Agostino D’Alterio, il ras del clan Mallardo torna in libertà

Giugliano. Dopo dodici anni di carcere, è tornato in libertà Agostino d’Alterio, considerato dagli inquirenti come la diretta espressione del boss Mallardo, capo dell’organizzazione criminale.

Arrestato nel 2015 durante l’operazione Mog, d’Alterio ha scontato una lunga detenzione, gestendo per anni le fila dell’organizzazione giuglianese insieme ai boss Amicone e Picardi, fino a diventare il referente del potente boss Mallardo.

Ora, grazie alla liberazione anticipata per buona condotta e alla continuazione tra reati, ha riacquistato la libertà, ed è sottoposto alla sola misura della libertà vigilata. Difeso per anni dall’avvocato Paolo Trofino, d’Alterio è tornato a essere un uomo libero

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Camorra e scommesse: il tesoretto del broker clan su conto tedesco

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Camorra e scommesse: il tesoretto del broker clan su conto tedesco

I carabinieri di Salerno sequestrano 109mila euro a un 40enne napoletano coinvolto nell’inchiesta sulle scommesse clandestine. L’uomo è stato coinvolto nell’operazione che ha portato a 33 arresti nel 2022.

Ulteriori dettagli sul sequestro

Secondo quanto emerso dalle indagini condotte dall’Antimafia, il denaro sequestrato sarebbe frutto delle attività illegali legate alle scommesse clandestine. Il 40enne napoletano è stato individuato come parte di una rete criminale dedita a questo genere di illeciti, che coinvolge diversi clan della camorra.

Le implicazioni dell’operazione

Il sequestro di questa ingente somma di denaro rappresenta un duro colpo per l’organizzazione criminale coinvolta nelle scommesse clandestine. Grazie alla collaborazione tra le forze dell’ordine e l’Antimafia, è stato possibile individuare e sequestrare i proventi illeciti derivanti da queste attività illegali.

La lotta al gioco d’azzardo illegale

Le autorità competenti continuano la loro battaglia contro il gioco d’azzardo illegale, che alimenta le attività criminali delle organizzazioni malavitose. Il sequestro di ingenti somme di denaro come in questo caso dimostra l’impegno costante nella lotta alla criminalità organizzata e alle sue fonti di finanziamento illecito.

Continua a leggere su Fanpage.it per rimanere aggiornato sulle ultime novità legate a questa importante operazione delle forze dell’ordine.

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Oscar Pecorelli, il boss della Camorra, guidava il clan da dietro le sbarre

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Oscar Pecorelli, il boss della Camorra, guidava il clan da dietro le sbarre

Oscar Pecorelli ‘o malomm comandava il clan anche dal carcere

A Napoli, nonostante sia stato condannato all’ergastolo, Oscar Pecorelli, conosciuto come “o’ malomm”, ha continuato a dirigere i membri del clan Lo Russo direttamente dal carcere.

Condannato per omicidio nel 2010, Pecorelli non ha mai perso il suo potere, continuando a impartire ordini ai suoi affiliati anche dietro le sbarre. Le recenti indagini hanno portato all’arresto di 19 persone e al sequestro di beni del valore di 8 milioni di euro appartenenti a 20 dei 26 indagati.

Nonostante la sua reclusione, Pecorelli gestiva tre società e una ditta individuale che operava nel settore del pellame, dei bar, delle lavanderie e dei trasporti. Era anche a capo di un circolo ricreativo e aveva effettuato investimenti a Dubai utilizzando criptovalute.

Riciclaggio di denaro e usura nel clan

Oltre alle attività legate alla gestione delle aziende, Pecorelli riciclava denaro illecito attraverso investimenti in beni immobili intestati a prestanome e in acquisti di orologi di lusso, compresi quelli effettuati all’estero, come a Dubai, utilizzando criptovalute.

Un’altra fonte di guadagno per il clan era l’usura: venivano concessi prestiti a tassi usurari ad imprenditori in difficoltà, che poi venivano costretti a restituire il denaro con metodi mafiosi. La rete di Pecorelli si estendeva quindi su vari settori, dimostrando la sua capacità di mantenere il controllo nonostante la prigione.

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Sequestrato “Da Nicola alle Fumarole” a Maronti, Ischia: abusi edilizi, denunciati 6 – spiaggia colpita

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Sequestrato “Da Nicola alle Fumarole” a Maronti, Ischia: abusi edilizi, denunciati 6 – spiaggia colpita

Il sequestro di un ristorante abusivo sulla spiaggia dei Maronti a Ischia ha scatenato polemiche e denunce. La struttura, parte della quale era stata costruita in un’area sottoposta a vincolo paesaggistico e sismico, è stata oggetto di attenzione da parte delle autorità competenti.

Problemi di legalità

Il ristorante abusivo è stato identificato come una violazione delle normative ambientali e paesaggistiche in vigore sull’isola di Ischia. Le autorità hanno prontamente provveduto al sequestro dell’intera struttura, prendendo misure per garantire il rispetto delle leggi in materia di urbanistica.

Rilevanza mediatica

Il ristorante, nonostante la sua natura abusiva, è diventato nel tempo una meta molto popolare per molti personaggi noti. La sua ubicazione sulla spiaggia dei Maronti ha contribuito a renderlo un punto di riferimento per il turismo locale e internazionale. Tuttavia, la sua illegalità ha scatenato polemiche e ha portato all’intervento delle autorità competenti.

Conclusioni

Il sequestro del ristorante abusivo sulla spiaggia dei Maronti a Ischia rappresenta un importante passo verso il ripristino della legalità e del rispetto dell’ambiente. Le azioni intraprese dalle autorità dimostrano l’importanza di vigilare sulle norme urbanistiche e paesaggistiche per garantire la tutela del territorio e dei suoi abitanti. L’episodio ha messo in luce l’importanza di rispettare le leggi e di contrastare qualsiasi forma di illegalità che possa compromettere la bellezza e l’integrità del territorio.

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Arzano: statua di Padre Pio nella 167 come tributo del clan

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Arzano: statua di Padre Pio nella 167 come tributo del clan

Il caso della statua di Padre Pio a Arzano

Arzano. Clan della 167 tra camorra e religione: rimossa dai carabinieri la statua di padre Pio. Era un tributo alla camorra.

Una grande statua posta a protezione del rione e degli affiliati, e un piccolo parco giochi sono stati abbattuti nella giornata di ieri durante un blitz posto in essere dai militari della locale tenenza.

L’icona inneggiante San Pio era collocata all’interno del rione popolare in via Colombo, ove fino a qualche anno fa era in atto lo spaccio e la vendita di stupefacenti, di armi e l’occupazione abusiva di alloggi da parte di esponenti di primissimo piano del clan locale, costola del potentissimo cartello degli Amato-Pagano.

Dai primi accertamenti sarebbe emerso che il manufatto e le giostre erano era state fatte realizzare da un personaggio di spicco della criminalità organizzata. Un tributo al Santo eretto quale fede a protezione. Protezione che a quanto pare non è servita visto che sono oltre 35 gli arresti in circa due anni di attività investigative da parte dell’Arma.

La continuità tra clan e religione

La camorra continua, quindi, a manifestare un forte senso di devozione ed attaccamento alla religione. Una costante che lega molti clan alleati. Anni fa, nella vicina Casavatore, i carabinieri rinvennero e fecero abbattere un manufatto con all’interno la statua di Padre Pio fatto realizzare dal padre di un boss della camorra, morto nel 2003.

Anche nella vicina Casavatore il clan Ferone fece erigere una statua simile.

Il figlio Ernesto Ferone, attualmente detenuto, è ritenuto dagli inquirenti il capo dell’omonimo clan attivo a Casavatore e personaggio di primo piano del clan che attualmente sarebbe alleato con la costola arzanese degli scissionisti.

Era il 2022, invece, quando fu segnalata la processione della Madonna dell’Arco tra le palazzine della 167 e dove anni prima c’era stata addirittura l’esibizione dei cosiddetti battenti con i gonfaloni effigianti la madonna.

P. B.

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