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Cronaca

Un tuffo nel passato: scoperte nelle Grotte dell’Angelo a Pertosa

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Un tuffo nel passato: scoperte nelle Grotte dell’Angelo a Pertosa

Scopri i segreti sepolti nelle grotte di Pertosa: un viaggio nel tempo che unisce passato e presente! #Archeologia #StoriaAntica

Immaginate di scendere in un mondo sotterraneo, dove l’oscurità millenaria delle Grotte di Pertosa-Auletta incontra il bagliore delle torce moderne, rivelando storie sussurrate dal tempo. In questa cornice incantata di Salerno, un antico sito storico, custodito da acque e tenebre, sta riemergendo, offrendo uno scorcio vivido sulla vita di comunità che abitarono queste caverne per oltre ottomila anni. Non è solo una scoperta archeologica, ma un ponte emozionale verso il passato, che ci fa riflettere su come i nostri antenati abbiano intrecciato il quotidiano con il sacro in ambienti così remoti e simbolici.

Al cuore di questa narrazione si trova un’area sacra, un santuario ipogeo che echeggia di echi antichi. Gli scavi, condotti lungo l’ingresso della grotta, hanno portato alla luce un tesoro di oggetti votivi, testimonianza di riti intensi che durarono cinque secoli, dall’età ellenistica al primo periodo romano-imperiale. Qui, tra le ombre, si trovano lucerne in terracotta decorate con motivi delicati, databili al I-II secolo d.C., monete ellenistiche e romane, e piccoli ornamenti personali che raccontano di viaggiatori e abitanti locali. È come se questi reperti sussurrassero storie di fede e passaggio, con i loro materiali concentrati a indicare un luogo di transizione. “Un luogo di culto per chi, probabilmente, si accingeva a entrare o usciva dalla grotta, un ambiente dal fortissimo carattere simbolico”, come ipotizzano gli archeologi, evocando un senso di meraviglia per come l’umano e il divino si fondevano in questi spazi.

Tracce di antiche comunità sull’acqua

Ma la storia non si ferma qui: emergono anche vestigia di un villaggio preistorico, con palificazioni lignee e un piano di calpestio che risalgono al Bronzo finale, intorno al XII-XI secolo a.C. Le acque del fiume sotterraneo, che hanno preservato questi resti con una delicatezza quasi poetica, dipingono il quadro di una società che viveva in armonia con l’ambiente, costruendo le proprie case sull’acqua ai confini della luce. È un’immagine che ci invita a riflettere sul legame profondo tra le persone e il loro territorio, un’eredità che risuona ancora oggi nelle comunità locali, rafforzando l’identità culturale di un’area spesso trascurata dal mondo moderno.

Quello che rende questa scoperta ancora più umana è l’apertura del cantiere agli studenti, grazie a un’iniziativa di formazione scuola-lavoro promossa dalla Fondazione MIdA con Eduiren. Ragazze e ragazzi hanno avuto l’opportunità unica di immergersi in questo patrimonio europeo eccezionale, toccando con mano i segreti del passato e comprendendo il valore di preservare tali tesori. È un passo che infonde speranza, mostrando come l’educazione possa trasformare la storia in un’esperienza viva e condivisa, rafforzando il tessuto sociale di una regione che guarda al futuro attraverso le sue radici.

Infine, “Questi risultati confermano l’enorme valore scientifico delle Grotte di Pertosa-Auletta”, dichiara la presidente della Fondazione MIdA. “Garantire continuità alle ricerche in un contesto ipogeo complesso, attraversato da un corso d’acqua attivo, è una sfida e una priorità”, un’affermazione che sottolinea l’impegno per la ricerca in ambienti estremi, dove ogni passo avanti richiede pazienza e dedizione. Questo progetto, parte di una concessione triennale del Ministero della Cultura, coinvolge istituzioni e collaborazioni che promettono di svelare ancora di più.

Mentre gli scavi si espandono, con analisi approfondite di reperti e legni in arrivo, ogni strato scoperto aggiunge un capitolo a questa epopea millenaria, ricordandoci come le storie del passato continuino a influenzare il nostro presente in modo tangibile e ispiratore.

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