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Cronaca

Un truffatore inganna un’anziana promettendole aiuto per il marito, ma scopre troppo tardi che è vedova: finisce in arresto

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Un truffatore inganna un’anziana promettendole aiuto per il marito, ma scopre troppo tardi che è vedova: finisce in arresto

Una truffa sfiorata durante le feste: quando la paura bussa alla porta di un’anziana, ma l’astuzia familiare e le forze dell’ordine vincono. #TruffeAnziane #JesiSicura

Immaginate una giornata qualunque in una tranquilla frazione vicino a Jesi, dove il ritmo della vita scorre piano, soprattutto per chi, come una donna di 79 anni, ha già attraversato tanti inverni. È qui che il telefono squilla, rompendo il silenzio con una voce autoritaria che si presenta come un maresciallo dei Carabinieri, instillando subito un senso di urgenza e paura.

La donna, sola in casa, ascolta attentamente mentre l’uomo al telefono le ordina di preparare denaro e gioielli per evitare un dramma: “Consegni soldi e gioielli per evitare l’arresto di suo marito per rapina a mano armata”. Ma in quel momento, un dettaglio semplice eppure cruciale emerge – lei è vedova da anni, e la realtà di quella bugia inizia a farsi strada tra la confusione e lo shock iniziale.

Presto, l’anziana capisce l’inganno e, con un misto di sollievo e apprensione, si rifugia dal figlio, condividendo la storia che potrebbe aver sconvolto la sua quiete domestica. Intanto, il truffatore, un uomo di 44 anni originario di Napoli con un passato noto alle forze dell’ordine, ha già messo in moto un piano: ha noleggiato un’auto e si è diretto verso Jesi per raccogliere ciò che credeva di aver ottenuto con le sue menzogne.

Nella zona di Zipa, dove i Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile erano impegnati in un’attenta sorveglianza per prevenire crimini come questo, un’auto sospetta non sfugge ai loro occhi. In abiti civili, i militari pedinano l’uomo fino al cuore della città, trasformando una potenziale vittima in un successo preventivo che rafforza il senso di comunità e protezione.

Il culmine arriva durante una chiamata in corso, con il falso maresciallo – o meglio, il sedicente “colonnello Saviani” – che ancora conferma dettagli per il prelievo. I Carabinieri intervengono con precisione, interrompendo tutto e fermandolo sul posto, prima che possa toccare un solo centesimo. Questa rapida azione non solo sventa la truffa, ma ricorda come questi episodi colpiscano le fasce più vulnerabili, erodendo la fiducia in un’epoca in cui le feste dovrebbero portare solo gioia.

Nella giornata successiva, il Tribunale di Ancona convalida l’arresto e impone misure cautelarie: divieto di dimora nella provincia e obbligo di presentarsi quotidianamente presso i Carabinieri del suo Comune. Si tratta di passi necessari per arginare individui come lui, che sfruttano la stagione delle festività – un periodo in cui l’isolamento e l’emotività possono rendere tutti più esposti – e per proteggere la serenità delle comunità locali.

Riflettendo su storie come questa, ci si domanda come piccoli gesti di diffidenza e solidarietà possano fare la differenza, preservando il tessuto sociale dalle ombre di chi preda sulla paura altrui.

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