Cronaca
Un ex operaio di Pompei al centro dell’incidente in galleria sulla Circumvesuviana a Vico Equense
Nel buio di una galleria vesuviana, una vita solitaria si spegne tragicamente: la storia di Luigi a Vico Equense #VicoEquense #Circumvesuviana
Immaginate una giornata qualunque lungo la linea della Circumvesuviana, dove il rombo dei treni ecoa tra le colline vulcaniche della Campania, e la vita quotidiana scorre tra stazioni affollate e tunnel oscuri. Proprio in quel contesto, venerdì pomeriggio, si è consumata una storia umana toccante: Luigi Saba, un 59enne ex operaio di Pompei, ha trovato la fine in un tragico incidente nella galleria tra Castellammare di Stabia e Vico Equense, un evento che ha risvegliato riflessioni sulla solitudine che spesso avvolge le nostre comunità.
Luigi era un uomo che aveva trascorso anni in un progressivo isolamento, lontano dai rumori della vita sociale. I Carabinieri della Compagnia di Sorrento, guidati dal loro capitano, hanno dovuto fare i conti con l’assenza di documenti sul luogo: solo le impronte papillari e i dati della SIM card del suo telefono hanno permesso di identificarlo. La sua casa a Pompei, visitata in seguito, appariva ordinata e silenziosa, senza alcun segno che potesse spiegare quel destino inaspettato – un dettaglio che fa riflettere su come, a volte, l’apparente normalità nasconda fragilità profonde.
La scena si dipana come un percorso incerto: Luigi era partito da Torre Annunziata su un treno EAV diretto a Sorrento, con la sua fidata bicicletta al seguito. Giunto a Vico Equense, invece di esplorare la cittadina con il suo fascino costiero, ha scelto una via pericolosa, inoltrandosi nel tunnel ferroviario verso Castellammare. Era come se, in quel momento, il richiamo dell’ombra avesse prevalso, lasciando la comunità a interrogarsi sulle circostanze.
“Era una persona molto sola ed estremamente riservata”, hanno condiviso i vicini, evocando l’immagine di un uomo che pedalava per le strade, un’abitudine che lo definiva in vita e lo ha accompagnato fino a quel fatale incontro. Questa riflessione porta con sé una nota di malinconia: in un’epoca di connessioni istantanee, storie come quella di Luigi ricordano quanto il distacco possa essere invisibile, eppure così tangibile, tra le pieghe del nostro territorio urbano.
Alla fine, mentre la galleria riprende il suo ritmo frenetico, ci si domanda cosa possa insegnare un episodio del genere alla nostra comunità – un invito gentile a guardare oltre le apparenze, per abbracciare chi vive ai margini della quotidianità.