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Cronaca

Tullio De Piscopo ritorna a Sorrento, celebrando come questa città intrecci vite diverse nella melodia della vita

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Tullio De Piscopo ritorna a Sorrento, celebrando come questa città intrecci vite diverse nella melodia della vita

Tullio De Piscopo torna a Sorrento: un abbraccio di musica e gentilezza in una città che sa incantare. #SorrentoGentile #MusicaNapoletana

Immaginate di varcare i confini di una città come Sorrento al tramonto, dove il sole dipinge il golfo in sfumature calde e l’aria profuma di mare e storie antiche. È in questo contesto vivo e accogliente che Tullio De Piscopo, il maestro della batteria, annuncia il suo ritorno, quasi come un vecchio amico che riprende il filo di un dialogo mai interrotto. Per lui, Sorrento non è solo un palco: è “È come rientrare a casa con i colori della mia musica. Essere gentili significa dare spazio all’altro, farlo entrare nella tua melodia e questa città lo sa fare meglio di tante altre”. Così, domenica 14 dicembre alle 21, sul palcoscenico del Teatro Tasso, all’interno della rassegna “Surriento Gentile”, De Piscopo trasformerà le note in un ponte tra passato e presente, avvolgendo la comunità in un’atmosfera che unisce arte e quotidianità.

Questa esibizione, parte del tour “I colori della musica – Live tour 2025”, non è solo un evento: è un viaggio emozionale che rispecchia il percorso di un artista legato profondamente al suo territorio. Sorrento, con le sue strade affollate di turisti e residenti, diventa un palcoscenico diffuso, dove la musica amplifica l’impatto sociale di una manifestazione che promuove la cultura come collante per la comunità. De Piscopo lo vive come “Un ritorno a casa”, un momento per riabbracciare amici e fan di sempre, in un abbraccio che trasmette la gioia di condividere radici comuni. È difficile non riflettere su come questi eventi ravvivino i quartieri, offrendo ai locali un’opportunità per riscoprire l’orgoglio del proprio patrimonio.

Il viaggio attraverso i colori della sua vita

Nel cuore dello spettacolo, De Piscopo dipinge la sua carriera come una tavolozza vivente, dove ogni tonalità racconta un capitolo personale. Il blu evoca le radici blues della sua formazione; il rosso, passionale e infuocato, rappresenta il tango e la collaborazione con Astor Piazzolla, inclusa l’iconica ‘Libertango’. Poi c’è l’arcobaleno che ricorda l’amicizia con Pino Daniele, e il verde che simboleggia i sogni giovanili, quei viaggi dal Sud al Nord in cerca di opportunità. “Tra tutti è il rosso a rappresentarmi di più. ‘O fuoco. Ho sempre qualcosa di rosso addosso”, confida con un sorriso, mentre esegue brani come ‘Namina’, un inno che lega Milano e Napoli, evocando i ritmi frenetici dei treni e le emozioni di chi insegue la passione. In un mondo sempre più veloce, è bello osservare come questi racconti musicali invitino a una pausa riflessiva, ricordandoci l’importanza di conservare i legami con il nostro passato.

Un tributo ai giganti della musica napoletana

Lo show non manca di omaggiare Pino Daniele, un pilastro della scena, attraverso arrangiamenti che riecheggiano la sua essenza: “solo lui poteva cantare le sue canzoni”, ammette De Piscopo con un tocco di malinconia, aprendo ogni live con cinque note che sembrano invitarlo idealmente sul palco. E poi c’è ‘Stop Bajon’, un classico che ancora risuona nelle classifiche a quarant’anni dalla nascita. Guardando indietro, l’artista ricorda con orgoglio: “Io, Pino, James Senese, Rino Zurzolo, Joe Amoruso, Tony Esposito: eravamo davvero avanti”, e aggiunge con una sfumata di meraviglia, “Non sono mai stato un razzista della musica. Ho vissuto tutto, tutti i generi. Ho proprio vissuto ‘A Musica”. Queste parole, pronunciate in un contesto di condivisione, sottolineano come la musica napoletana abbia influenzato generazioni, creando un’eredità che continua a vibrare nelle piazze e nei teatri della regione.

Al centro di tutto, però, c’è il tema della rassegna: la gentilezza. De Piscopo la abbraccia pienamente, vedendola come un ritmo essenziale della vita. “La gentilezza è un ritmo, un tempo che ti permette di incontrare davvero gli altri. La gentilezza è educazione”, osserva, e Sorrento, con la sua ospitalità naturale, ne diventa l’emblema perfetto. È un invito delicato al dialogo, che rispecchia l’anima di una comunità dove l’arte non è solo spettacolo, ma un modo per rafforzare i legami sociali.

Gli altri echi di “Surriento Gentile”

Mentre il programma prosegue, altri appuntamenti animano la città: venerdì 12 dicembre, al Teatro Tasso, “Mo vene Natale” porta sul palco Lorenzo Hengeller, con il suo mix di canzoni umoristiche napoletane, jazz e swing, accompagnato dal sax di Enzo Anastasio. È un tributo alla tradizione che fonde riso e melodia, ideale per scaldare le serate invernali. Il giorno dopo, “C’era una Volta” invita a un percorso itinerante tra chiese e palazzi storici, dove cinque attrici narrano favole attorno a un braciere, con degustazioni di vin brulé per gli adulti. Fino al 30 dicembre, la rassegna continua a diffondere musica, poesia e mostre, come quella di Alessandro Vasapolli, che esplora la fotografia come porta verso mondi nascosti.

In fondo, eventi come questi ricordano come la cultura possa trasformare una città in un racconto vivo, rafforzando il senso di comunità e invitando ciascuno a riflettere sul ruolo della gentilezza nel nostro quotidiano.

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