Cronaca
Sulla Statale Terra di Lavoro, un camion travolge un’auto e il conducente scappa, mettendo a rischio la comunità locale
Un camion sfreccia via dopo aver travolto un’auto sulla Statale 7Bis: una storia di fortuna e fuga che fa riflettere. #SicurezzaStradale #PiratiStrada
Immaginate un pomeriggio di festa, il 23 dicembre, con il traffico che scorre denso lungo la Statale 7Bis Terra di Lavoro, poco prima dello svincolo per Pomigliano-Acerra: una giornata come tante in cui la fretta quotidiana si mescola all’attesa delle vacanze, ma che improvvisamente si trasforma in un incubo su ruote.
Una Toyota Yaris grigia avanza a velocità ridotta, con l’indicatore di direzione acceso per segnalare l’uscita imminente, quando un camion la colpisce con violenza da dietro, squarciando la parte posteriore e la fiancata sinistra. L’impatto è brutale: l’auto sbanda, ruota su se stessa in almeno due testa-coda disperati, prima di fermarsi contromano sulla corsia di sorpasso, in mezzo al caos di clacson e frenate improvvise.
In quel momento, il cuore della conducente batte all’impazzata, ma per un miracolo resta illesa, mentre l’abitacolo è ridotto a un relitto di lamiere contorte. Gli interventi rapidi del carro attrezzi, chiamati dalla compagnia assicurativa, portano via i resti, ma del camion – e del suo conducente – nessuna traccia: è fuggito senza lasciare nemmeno una targa, lasciando dietro di sé solo rabbia e interrogativi su quanto la strada possa essere un luogo ostile.
Questa scena, testimoniata da un automobilista e segnalata a Francesco Emilio Borrelli, deputato di Alleanza Verdi Sinistra, evidenzia un problema ricorrente nelle nostre vie urbane: la pirateria stradale come una piaga silenziosa, che erode la fiducia nella comunità. “Siamo davanti all’ennesimo episodio di pirateria stradale – ha dichiarato Borrelli –. Una persona è viva per miracolo, mentre chi ha causato l’incidente è fuggito come se nulla fosse. Sulle nostre strade regnano balordi e impunità: così si rischiano stragi quotidiane che troppo spesso vengono archiviate come semplici incidenti”.
Le parole del deputato non sono solo un’accusa, ma un invito a riflettere su un sistema che sembra sguarnito: “Chi guida mezzi pesanti, ma anche auto e moto, deve sapere che la strada non è una zona franca. Invece oggi sembra valere la regola del ‘liberi tutti’. Il Codice della strada voluto dal ministro Salvini non contrasta questa deriva: non rafforza i controlli, non inasprisce le sanzioni contro i pirati della strada, non tutela chi rispetta le regole”. È una critica misurata, che ricorda come ogni fuga del genere non sia solo un atto individuale, ma un colpo alla coesione sociale, specialmente in territori dove il traffico è parte della vita quotidiana.
Nel chiudere il suo intervento, Borrelli sollecita un’azione decisa: “Serve un cambio di passo immediato – conclude Borrelli –: più controlli, pene certe e rapide per chi fugge dopo un incidente e strumenti efficaci per individuare i responsabili. Le strade non possono continuare a essere un far west”. E incoraggia testimoni a farsi avanti, perché ogni dettaglio potrebbe fare la differenza.
Questa vicenda, tra il sollievo per una vita salvata e l’amarezza per una giustizia elusa, ci ricorda quanto le nostre strade siano specchio di una società in evoluzione, e quanto urgente sia garantire che ogni viaggio resti un semplice spostamento, non un rischio quotidiano.