Cronaca
Quando il brindisi della Vigilia vira al Far West: armi in pugno e bottiglie in frantumi, tragedia a un passo
Brindisi di Natale che vira in caos armato: giovani in lotta nella movida campana. #RissaVigilia #SicurezzaTerritoriale
Immaginate una serata che dovrebbe risplendere di luci natalizie e risate, in una piccola comunità ai confini tra collina e pianura, dove le strade di Sant’Egidio del Monte Albino si animano con l’entusiasmo della Vigilia. Invece, in quel tardo pomeriggio di ieri, intorno alle 18, ciò che era nato come un semplice brindisi prima del cenone si è trasformato in un turbine di paura e violenza, riflettendo le tensioni che covano nel tessuto sociale di queste zone.
Il locale era un centro di energia vibrante, affollato di giovanissimi arrivati da ogni parte: gruppi da Torre del Greco, Pagani e persino dall’hinterland napoletano e vesuviano, tutti riuniti per scambiarsi auguri tra bicchieri alzati e canzoni festose. L’atmosfera, carica di alcol e allegria, nascondeva però antiche rivalità territoriali, pronte a esplodere. In pochi istanti, un’occhiata sbagliata o una parola al posto giusto ha acceso la miccia, trasformando il divertimento in un confronto brutale.
Due gruppi si sono fronteggiati: una “paranza” da Torre del Greco e un nucleo di ragazzi di Pagani. Quello che è seguito non era solo una scazzottata tipica della movida, ma un’esplosione di caos urbano. Un giovane ha estratto una pistola, scatenando un’onda di terrore che ha travolto tutti. La folla è fuggita in preda al panico, inciampando su tavolini rovesciati e calpestandosi a vicenda, con molti che sono finiti contusi e feriti nel tentativo di scampare al pericolo.
Per chi ha raggiunto l’uscita principale, il peggio era solo all’inizio: i ragazzi di Pagani avevano chiamato rinforzi, e all’esterno si è formato un cerchio di giovani armati, creando un’assedio improvvisato che ha intrappolato altri all’interno. Lì, chi non poteva scappare si è armato alla meglio con bottiglie rotte e cocci di vetro, trasformando un posto di festa in una trincea disperata. Fortunatamente, alcuni gruppi da comuni vicini come Scafati e Boscoreale sono intervenuti in tempo, aiutando a evacuare attraverso un’uscita secondaria e evitando forse una tragedia più grande.
Quando le forze dell’ordine sono arrivate, la maggior parte dei responsabili era già scomparsa nel buio, ma i Carabinieri stanno ora setacciando le registrazioni delle telecamere di sorveglianza per identificare i colpevoli e, soprattutto, chi ha impugnato le armi. È un promemoria amaro di come questi episodi colpiscano al cuore la comunità, lasciando ferite non solo fisiche ma anche nel senso di sicurezza che tutti dovremmo poter dare per scontato.
Guardando oltre i fatti, ci si chiede come siamo arrivati a questo punto: armi come pistole che diventano accessorie per una serata fuori, come se facessero parte del kit per la movida. È una deriva preoccupante, dove la violenza giovanile si è evoluta da semplici risse a scenari militarizzati, con gli attrezzi del crimine che ora simboleggiano potere in un contesto di svago. La facilità con cui questi ragazzi, spesso poco più che adolescenti, accedono a tali pericoli è un campanello d’allarme per il nostro 2025, un anno che ha visto troppi fatti di sangue senza che servissero da lezione.
In fondo, storie come questa ricordano che il confine tra un brindisi festivo e il pericolo è più sottile di quanto pensiamo, e spinge a riflettere su come proteggere il futuro delle nostre comunità, dove ogni giovane dovrebbe sentirsi al sicuro, non in trappola.