Cronaca
Nella Piana del Sarno, passo contro l’inquinamento: sequestrata l’azienda di sistemi frenanti a Striano
I Carabinieri combattono l’inquinamento nel cuore della Piana del Sarno: un’operazione per #RinascitaSarno e #ProteggiamoLAmbiente
Immaginate la Piana del Sarno al mattino, con il sole che filtra tra gli ulivi e le acque del fiume che scorrono pigre, ma cariche di segreti nascosti. È qui, in questo paesaggio emblematico del sud Italia, che i Carabinieri del Gruppo per la Tutela dell’Ambiente di Napoli hanno dato il via all’operazione “Rinascita Sarno”, un intervento che parla di resilienza e di una comunità stanca di turni avvelenati dal disprezzo per la natura.
Con il supporto del Comando Provinciale, gli agenti hanno messo sotto sequestro l’azienda Ecobrake s.r.l., situata a Striano, che produce componenti per veicoli a motore. Questo non è stato solo un atto burocratico, ma un segnale forte in una zona dove l’inquinamento è parte della quotidianità, erodendo la fiducia delle persone nel loro territorio. Le indagini, condotte con l’aiuto tecnico di Arpa Campania, hanno svelato come l’attività fosse proseguita senza le autorizzazioni ambientali necessarie, con reflui industriali versati direttamente sul suolo per aggirare i costi della depurazione – una scelta che, purtroppo, rispecchia troppe storie di shortcut che costano care alla salute collettiva.
Le analisi dei campioni hanno portato alla luce concentrazioni di sostanze chimiche pericolose superiori ai limiti di legge, tra cui antimonio, berillio, rame, zinco, piombo e idrocarburi pesanti. Elementi altamente tossici, di origine antropica, che non si degradano facilmente e tendono ad accumularsi nel tempo, compromettendo il suolo e rappresentando un serio pericolo per il sottosuolo e per le falde acquifere. Proprio vicino allo stabilimento, con una falda acquifera a meno di un metro di profondità, l’impatto è stato devastante: un promemoria crudo di come questi veleni possano infiltrarsi nelle vene della terra, minacciando l’acqua che nutre campi e famiglie qui intorno.
Il fiume Sarno, già simbolo di emergenze ambientali decennali, ha visto aggravarsi la sua sofferenza con scarichi continui di acque reflue non trattate e lo stoccaggio abusivo di rifiuti pericolosi come oli esausti, lasciati esposti alle intemperie. A rafforzare l’ipotesi di inquinamento ambientale, come previsto dal codice penale, è stata anche la constatazione di uno scarico continuo e non trattato di acque reflue sul terreno, in un’area particolarmente sensibile come quella del bacino del fiume Sarno, già da anni al centro di emergenze ambientali. È una scena che evoca il peso di scelte individuali su un ecosistema condiviso, dove ogni goccia inquinata ricorda ai residenti che la loro terra merita più rispetto.
Il sequestro è stato un passo necessario per fermare danni ulteriori e proteggere la salute pubblica, inserendosi in una strategia più ampia dei Carabinieri per identificare e bloccare gli scarichi abusivi. In questa lotta quotidiana, che coinvolge Procure come quelle di Avellino, Nocera Inferiore e Torre Annunziata, c’è una lezione sottile: l’ambiente non è solo un sfondo, ma il fondamento della vita comunitaria, e iniziative come questa ci spingono a riflettere su quanto il cambiamento parta da azioni concrete, per un domani dove il Sarno possa scorrere più pulito per tutti.