Cronaca
Mourinho del Benfica: “Assenze del Napoli? Ironico, anche noi ne abbiamo ma non ci lamentiamo”
José Mourinho carica il Benfica per la grande sfida con Napoli: “Dobbiamo vincere contro una squadra fortissima!” #ChampionsLeague #BenficaNapoli #CalcioPassione
Nella caotica Napoli, dove il calcio è aria che si respira tra i vicoli affollati e le piazze storiche, l’annuncio di José Mourinho risuona come un eco di battaglia. L’allenatore portoghese, da sempre un carattere indomito, non nasconde l’urgenza di una vittoria contro il Napoli, in una partita che potrebbe decidere il destino europeo del Benfica. È una di quelle serate che accendono l’orgoglio partenopeo, dove ogni gol e ogni parata diventa parte della narrativa quotidiana della città, un tessuto urbano fatto di passione e resilienza.
Cosa è successo
Dalla conferenza stampa pre-partita, Mourinho ha parlato con la sua tipica franchezza, minimizzando le assenze nel suo roster e riconoscendo la forza dell’avversario. Lui, che ha già incrociato spade con il calcio italiano, sa bene quanto Napoli rappresenti più di una semplice squadra. “Non mi fate ridere con i giocatori che mancano, perché non avere De Bruyne ma avere McTominay è lo stesso, se non gioca Lukaku c’è Hojlund. Io ho delle assenze pesanti ma non voglio piangere. La panchina del Napoli è diversa, se vedete chi gioca dimenticate chi manca. Cambiando il sistema di gioco sono diventati una squadra migliore”. Parole che riecheggiano il realismo di un veterano, attento a non cadere in lamenti ma a focalizzarsi sul campo.
Non manca un tocco di rispetto per l’allenatore del Napoli, Antonio Conte, con Mourinho che lo loda per la sua maestria. “È impossibile pensare che le squadre di Conte siano scarse, c’è una compattezza e una consapevolezza tattica di altissimo livello. Lui è molto esigente sul mercato, trova sempre il modo di costruire una rosa forte. Dal punto di vista della preparazione è uno dei più bravi”. Questa stima, tra due giganti del pallone, aggiunge un sapore umano alla rivalità, ricordandoci come il calcio sia anche una danza di menti brillanti.
Perché riguarda la città
Per Napoli, questa partita non è solo sport: è l’essenza di una comunità che vive il calcio come un’onda del Vesuvio, capace di eruttare passione e speranza. Mourinho, nel ritrovare ex giocatori come McTominay e Spinazzola, sottolinea che l’emozione resta ai margini. “Queste sono cose emozionanti pre e post partita. Niente più. Non è che io durante la partita mi metta a pensare a queste cose. Dobbiamo vincere questa sfida contro un avversario fortissimo, sarà una partita difficilissima per noi. Faremo di tutto per trovare il risultato che vogliamo”. È un monito che risuona nelle strade affollate, dove i tifosi napoletani si identificano in una squadra che simboleggia la loro lotta quotidiana, un mix di tenacia e tacticalità che Mourinho stesso ammira. “È forte nella transizione offensiva, difensiva, a tre, a quattro. Sa fare veramente tante cose il Napoli. La transizione offensiva non è solo Højlund, ma anche Spinazzola, Olivera, Di Lorenzo sulle fasce, McTominay e i suoi sprint. È una grande squadra come ho detto”. Qui, il calcio diventa specchio di un territorio, dove la versatilità del Napoli rispecchia l’adattabilità dei suoi abitanti.
La reazione dei cittadini
Nei caffè e nei mercati di Napoli, la notizia ha già acceso discussioni animate, con i locali che mescolano scetticismo e orgoglio. Mourinho, visto come un outsider con un tocco di carisma, stimola riflessioni su come il calcio unisca o divida, ma sempre con un’ironia tipica del Sud. È un momento che invita a pensare al ruolo del gioco nella vita urbana, dove ogni sfida internazionale rafforza l’identità collettiva, trasformando una semplice partita in un capitolo di storia locale.
Alla fine, mentre la città si prepara a vivere questa notte di Champions League, le parole di Mourinho ci ricordano che il vero trionfo non è solo vincere, ma onorare lo spirito del gioco e del territorio che lo ospita, lasciando un’eco di passione che perdura ben oltre il fischio finale.