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Cronaca

L’influenza avanza: 800.000 casi in una settimana e il ceppo K si impone come principale minaccia

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L’influenza avanza: 800.000 casi in una settimana e il ceppo K si impone come principale minaccia

L’influenza sta travolgendo l’Italia con un’ondata improvvisa: oltre 816 mila casi in una settimana, e il ceppo K domina la scena. #Influenza2025 #SalutePubblica

Immaginate le strade affollate di Roma, Napoli e Cagliari, dove il brusio quotidiano si mescola ora a colpi di tosse e nasi tappati, mentre l’influenza accelera la sua marcia attraverso il Paese. Secondo i dati del sistema di sorveglianza RespiVirNet dell’Istituto Superiore di Sanità, questa ondata ha portato a più di 816 mila casi di sindromi respiratorie acute solo nella scorsa settimana – un balzo di quasi 100 mila contagi rispetto ai sette giorni prima – riflettendo come questa stagione stia colpendo dritto al cuore delle comunità, dalle famiglie affaccendate ai luoghi di lavoro affollati.

Al centro di questa diffusione c’è il ceppo K del virus A/H3N2, che ora rappresenta più della metà delle infezioni influenzali, con oltre il 40% dei casi totali legati a virus di questo tipo. L’Istituto Superiore di Sanità spiega che questo virus possiede un “vantaggio evolutivo che ne aumenta la trasmissibilità”, rendendolo più abile a diffondersi in ambienti urbani densi, dove il contatto quotidiano è inevitabile. Eppure, c’è un sospiro di sollievo: non si è osservato “un aumento nella severità delle manifestazioni cliniche”, il che significa che, per ora, non sta provocando forme più gravi della malattia. Le prime stime suggeriscono che i vaccini in circolazione continuano a essere un baluardo contro le ospedalizzazioni, anche se i dettagli sulla loro efficacia contro i sintomi restano ancora da chiarire del tutto.

Nelle regioni come la Sardegna e la Campania, l’atmosfera è cambiata in fretta, con un’esplosione improvvisa che ha trasformato una stagione influenzale da moderata a “molto alta” in appena sette giorni. Qui, il ritmo della vita quotidiana – dalle scuole affollate ai mercati vivaci – si scontra con numeri che raccontano storie personali: 23,61 casi ogni mille abitanti in Sardegna, 21,07 in Campania e 17,61 in Sicilia. È un promemoria di come queste ondate non siano solo statistiche, ma un’eco delle sfide che le comunità locali affrontano, dai genitori che si organizzano per curare i bambini malati alle piccole imprese che vedono assenze in aumento.

Tra i più vulnerabili, i bambini sotto i 4 anni emergono come il gruppo più colpito, con un’incidenza di 42 casi per mille abitanti, tripla rispetto alla media nazionale di 14,7 casi per mille. Questa tendenza, persistente da settimane, sottolinea la fragilità di questi piccoli esploratori del mondo, spesso i primi a portare a casa un virus che poi si diffonde in famiglia, invitandoci a riflettere su quanto le misure preventive siano cruciali per proteggere le generazioni future.

Mentre l’Istituto Superiore di Sanità cerca di infondere calma, ricordando che il ceppo K, pur più contagioso, non sembra più pericoloso, è chiaro che la vera difesa sta nella vaccinazione, specialmente per chi è a rischio. In un contesto dove il tessuto sociale è intrecciato con la salute pubblica, questa ondata ci ricorda l’importanza di restare uniti e preparati di fronte a sfide che toccano tutti noi.

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