Cronaca
Le famiglie di Napoli affrontano l’aumento di sindromi influenzali tra i bambini, sovraccaricando il pronto soccorso del Santobono
Napoli sotto assedio dai virus respiratori: bambini e anziani in prima linea, con ospedali in affanno. #EmergenzaSalute #NapoliInSalute
Immaginate le sale d’attesa affollate dell’ospedale Santobono di Napoli, dove il chiacchiericcio di genitori preoccupati si mescola al pianto sommesso dei più piccoli, tutti in attesa di cure per quella che sta diventando una vera e propria ondata invernale. Qui, in una città vivace come Napoli, con le sue strade brulicanti di vita quotidiana, l’emergenza respiratoria sta colpendo duro i bambini e gli anziani, trasformando le festività in un periodo di ansia diffusa. I sanitari raccontano di un aumento significativo degli accessi al Pronto Soccorso pediatrico, dove circa quattro piccoli su cinque arrivano con sintomi come iperpiressia, faringite e bronchite, talvolta complicati da decorso clinico che richiede attenta sorveglianza.
Ma tra le ombre di questa situazione, c’è un barlume di speranza che emerge dai reparti: l’uso regolare di anticorpi monoclonali nei neonati sta aiutando a ridurre i ricoveri per bronchioliti, offrendo un po’ di sollievo a una comunità già sotto pressione. In Campania, dove i virus respiratori circolano con intensità maggiore che altrove in questo periodo, la stagione influenzale sta raggiungendo il suo culmine proprio come previsto durante le feste natalizie. Le scuole, quei vivaci centri di apprendimento che pulsano di energia giovanile, agiscono purtroppo come catalizzatori dei contagi, mentre i riunioni familiari amplificano il rischio, estendendo l’infezione agli adulti e, soprattutto, ai più fragili. È una dinamica che fa riflettere su quanto le nostre abitudini sociali, pur ricche di calore, possano accelerare queste sfide.
Tra le varianti che tengono i medici in allerta, il cosiddetto ceppo “K” è diventato un elemento di preoccupazione, diffondendosi rapidamente e sfuggendo in parte alla protezione dei vaccini stagionali standard. Questo potrebbe spingere ulteriormente i numeri dei casi nelle prossime settimane, sottolineando come, in un contesto urbano come quello napoletano, con le sue strette vie e il suo spirito comunitario, ogni piccolo contagio abbia un’eco più ampia sulla salute collettiva. Allo stesso tempo, all’ospedale Cardarelli, il quadro si presenta diverso ma altrettanto allarmante: qui, l’aumento di gravi infiammazioni polmonari colpisce in particolare la terza età, aggravato dalla presenza di più patogeni respiratori che si intrecciano con i ceppi stagionali.
Con l’inizio del nuovo anno che si profila all’orizzonte, il timore è palpabile tra gli operatori sanitari, che vedono nel mix di alta trasmissibilità e coperture vaccinali non sempre adeguate una potenziale tempesta per gli ospedali. Questa situazione invita a una riflessione più ampia: in una città come Napoli, dove la vita di quartiere è il cuore pulsante della comunità, proteggere la salute significa anche rafforzare i legami che ci uniscono, per navigare insieme verso giorni più sereni.