Cronaca
La Vigilia di Natale si trasforma in lutto a Campobasso per una madre e sua figlia vittime di intossicazione fatale.
Tragedia nel cuore di Campobasso: una famiglia distrutta durante le feste, mentre la comunità si stringe in un lutto silenzioso. #Campobasso #TragediaFamiliare
Immaginate le strade acciottolate di Campobasso illuminate dalle luci natalizie, un paesino come Pietracatella dove l’attesa del cenone è un rito familiare che porta calore e gioia. Ma in una casa qualunque, quella che doveva essere una serata di risate e piatti condivisi si è trasformata in un incubo, lasciando un vuoto che la comunità non riesce a colmare. Antonella Di Ielsi, 50 anni, e sua figlia Sara, solo quindicenne, sono state strappate via da una sospetta intossicazione alimentare, mentre il marito e padre lotta ancora per la vita all’ospedale Cardarelli, con la possibilità di un trasferimento urgente a Roma per cure specializzate.
La quiete di queste feste è stata interrotta da un’allerta che ora fa riflettere tutti: inizialmente, gli occhi degli inquirenti si erano posati su un pasto a base di pesce, ma l’attenzione si è rapidamente spostata sui funghi velenosi consumati durante quel fatidico 27 dicembre. È come se l’ombra di un errore innocente si fosse insinuata nella routine quotidiana, trasformando un momento di unione in una catena di eventi drammatici. Le famiglie del posto, spesso legate da generazioni, ora si interrogano su come proteggere ciò che è più prezioso, in un contesto urbano dove la vita rurale incontra le sfide della sanità moderna.
Al centro di questa storia c’è un enigma che pesa sul cuore della comunità: il cosiddetto “giallo delle dimissioni”. Fonti investigative rivelano che la famiglia è arrivata al pronto soccorso del Cardarelli non una, ma due volte prima del ricovero definitivo. Ogni volta, dopo aver escluso il botulismo, i medici hanno optato per una diagnosi di intossicazione alimentare e li hanno rimandati a casa. Un ritardo che, in retrospettiva, appare come un doloroso “se solo”, perché i sintomi non sono regrediti, bensì sono esplosi nella notte tra il 27 e il 28 dicembre, portando prima alla perdita di Sara e poi di Antonella in terapia intensiva. È un promemoria sottile su quanto i secondi possano fare la differenza in situazioni del genere, e come la pressione sui sistemi sanitari locali influenzi le vite quotidiane.
L’Azienda Sanitaria Regionale del Molise ha avviato un’indagine interna per esaminare ogni dettaglio del protocollo seguito, con l’obiettivo di capire se i segnali di pericolo fossero visibili già dai primi accessi. Intanto, Pietracatella si è fermata, avvolta in un silenzio che parla più di mille parole. “Siamo sconvolti, è una tragedia che ci lascia senza parole”, ha condiviso il sindaco, catturando l’essenza di un dolore collettivo che colpisce dritto al cuore, ricordandoci quanto fragili siano i legami che tengono insieme una comunità.
In fondo, storie come questa ci invitano a riflettere su come le feste, simbolo di rinascita, possano anche esporre le nostre vulnerabilità, spingendo tutti noi a valorizzare non solo i momenti di gioia, ma anche la sicurezza che li rende possibili.