Cronaca
La storia di Giuliano il pentito e la mediazione che portò pace a Sanità contro Cavone
Nel cuore di Napoli, la tregua armata che ha evitato una faida: il racconto intimo di un pentito. #Napoli #Camorra #RioneSanità
Immaginate di passeggiare per le strette vie del rione Sanità, dove il chiacchiericcio della gente si mescola all’eco di un passato ingombrante, e scoprire che dietro le facciate colorate si nasconde una rete di alleanze e tensioni che potrebbero esplodere in qualsiasi momento. È proprio in questo contesto urbano, pulsate di vita quotidiana e ombre pericolose, che Salvatore Giuliano, un tempo figura di ponte tra i clan camorristici, ha aperto il suo cuore ai magistrati della Dda di Napoli, delineando la complessa struttura del clan Savarese-Sequino.
Le sue parole, racchiuse in un’ordinanza cautelare di oltre 130 pagine, dipingono un quadro vivido: Genny De Marino emerge come una presenza cardine, non solo per organizzare riunioni che decidono il destino del quartiere, ma anche per tessere legami con clan storici come i Mazzarella, pronto a impugnare le armi quando la diplomazia cede il passo alla forza. Intorno a lui, figure come Sasillo, il custode delle operazioni armate, che sapeva esattamente dove trovare armi e mezzi per alzare il livello dello scontro, riflettono come il rione Sanità sia un microcosmo dove il potere si intreccia con la sopravvivenza quotidiana, influenzando il tessuto sociale di un’intera comunità.
Non lontano, Gianluca – noto con un soprannome che evoca storie di quartiere – gestiva le risorse economiche del gruppo, dalle estorsioni sui motorini rubati al commercio di droga rifornita dai Mazzarella. E poi c’è Salvatore Savarese, alias ‘o mellone, il vero “ragioniere” dietro le quinte, che curava contabilità e distribuzione, ricordandoci come questi intrecci non siano solo crimine, ma un ingranaggio che alimenta precarietà e sfiducia tra la gente del posto.
Ma il racconto di Giuliano si infittisce quando si sposta su una tensione che covava da tempo, come un temporale in arrivo, tra il clan Sanità e il rivale Lepre del Cavone, radicato a Piazza Dante. Uscito dal carcere, Giuliano si è trovato in un dedalo di antichi contrasti, dove lui e i suoi cugini hanno provato a intrecciare fili di mediazione per scongiurare il peggio, coinvolgendo key player come De Marino e i Lepre in un tentativo di dialogo che sa di disperata umanità.
Il culmine arriva in un incontro cruciale a casa di Salvatore Barile, un momento che fa percepire l’abisso: le fratture erano troppo profonde, e la rottura sembrava inevitabile.
Le scintille che accendono il fuoco
Tra l’estate e l’autunno del 2020, la violenza erutta in scontri armati: un pestaggio in via Salvator Rosa innesca una catena di sparatorie, con Sasillo e i suoi a rispondere al fuoco, e i Lepre che contrattaccano verso Materdei. Giuliano, informato da De Marino, sente il peso di una comunità sull’orlo del caos, dove ogni colpo di pistola riecheggia nelle vite innocenti, amplificando la paura e il senso di instabilità urbana.
Proprio quando tutto pareva sfuggire di mano, un summit a Forcella diventa il punto di svolta. In una casa neutra, messa a disposizione da una donna estranea ai clan, si riuniscono rappresentanti di vari gruppi – dai Giuliano ai Lepre, passando per i Mazzarella e i Quartieri Spagnoli – in un’atmosfera caotica di accuse e recriminazioni.
Il fragile patto di pace
Alla fine, emerge una tregua imposta: De Marino e Masaniello devono sanare i dissidi, e una regola ferrea decreta che qualsiasi nuovo sbaglio verrebbe punito dagli stessi alleati. È una pace armata, certo, ma serve a interrompere una spirale che minacciava di travolgere gli affari e, soprattutto, la quotidianità di Napoli.
Da quel giorno, gli scontri si placano, lasciando spazio a una calma precaria che Giuliano osserva fino al suo arresto. Questa storia, intrecciata alle vite della città, ci invita a riflettere su come tali dinamiche non siano solo cronaca, ma un riflesso delle fragilità sociali che toccano tutti, ricordandoci che dietro ogni tregua c’è una comunità che aspira a respirare libera dai suoi demoni.