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Cronaca

La fuga da una clinica culmina in una tragica morte in canale durante il Natale

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La fuga da una clinica culmina in una tragica morte in canale durante il Natale

Una tragedia silente nelle campagne napoletane: la scomparsa e il ritrovamento di Vincenzo a Natale #CronacaUmana #ComunitàInLutto

Immaginate la quiete di un pomeriggio domenicale nelle campagne tra Licola e Varcaturo, dove i canali pluviali serpeggiano tra campi silenziosi, portando con sé storie di vite ordinarie interrotte dal caos. È qui che si è conclusa la vicenda di Vincenzo Lombardi, un uomo di 64 anni originario di Marcianise, la cui scomparsa da una clinica di Lago Patria ha tenuto in ansia familiari e comunità per giorni, culminando in un ritrovamento che ha lasciato un vuoto palpabile.

Vincenzo, segnato da una patologia psichiatrica che aveva modellato la sua esistenza tra ombre e fragilità, era scomparso domenica scorsa, poco dopo pranzo. Le telecamere della clinica lo avevano catturato alle 14.20 mentre scavalcava con determinazione il muro di cinta, dirigendosi verso l’ignoto. Da quel momento, l’allarme si è diffuso come un’onda, coinvolgendo non solo le forze dell’ordine, ma anche parenti e volontari, in una corsa contro il tempo che ha riflettuto l’umanità della piccola comunità locale, dove ognuno conosce il volto dell’altro.

Le ricerche sono proseguite senza interruzioni per due giorni interi, coordinate dai carabinieri con un dispiegamento impressionante: droni che solcavano il cielo e cani molecolari del centro cinofilo flegreo che fiutavano tracce nel terreno accidentato. L’atmosfera era carica di tensione e speranza, con i familiari che attendevano aggiornamenti in un mix di paura e solidarietà. Nel pomeriggio di lunedì, proprio in quelle stesse campagne, i cani avevano indicato l’ultimo segno del passaggio di Vincenzo, un indizio che, poche ore dopo l’alba di ieri, ha portato al tragico scoperta del suo corpo senza vita in un canale vicino a via Madonna del Pantano.

Sul luogo, i militari della stazione di Varcaturo e della compagnia di Giugliano si sono uniti ai sanitari del 118, che hanno confermato il decesso, e agli esperti della Scientifica impegnati nei rilievi. I familiari, con il cuore pesante, hanno riconosciuto il corpo, mentre la salma è stata sequestrata per disposizione del pubblico ministero, che ha ordinato un’autopsia per svelare le cause esatte della morte. Dai primi controlli, non sono emersi segni di violenza, lasciando spazio a riflessioni su quanto fragili possano essere i legami tra salute mentale e quotidianità in contesti urbani come questi.

In quel momento, Vincenzo indossava una tuta blu e un cappellino nero, senza alcun mezzo per chiedere aiuto – né denaro né un telefono cellulare. Gli investigatori stanno ora esaminando le immagini delle telecamere lungo la via Domitiana e via Madonna del Pantano, nel tentativo di ricostruire i suoi passi e, forse, di comprendere meglio le crepe nel sistema di cura che lo aveva accolto. Questa storia, radicata nel territorio napoletano, ci ricorda quanto le tragedie personali possano rispecchiare le vulnerabilità collettive, invitandoci a riflettere su come la comunità possa offrire maggiore protezione a chi ne ha bisogno.

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