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Cronaca

La Circumvesuviana in declino da un decennio: passeggeri lasciano un servizio in crisi

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La Circumvesuviana in declino da un decennio: passeggeri lasciano un servizio in crisi

Dieci anni di disagi sulla Circumvesuviana: i pendolari napoletani in fuga da treni sempre più inaffidabili #NapoliTrasporti #CrisiFerroviaria

Immaginatevi all’alba, mentre la città di Napoli si risveglia tra il fragore del Vesuvio e il caos quotidiano, e migliaia di pendolari si affollano alle stazioni della Circumvesuviana, sperando in un viaggio che raramente arriva puntuale. Per il decimo anno di fila, questa storica ferrovia è etichettata come la meno efficiente d’Italia, secondo il rapporto Pendolaria 2025 di Legambiente, pubblicato di recente. È una storia di frustrazione quotidiana, dove cancellazioni improvvise e guasti continui non sono più eccezioni, ma la norma, lasciando un segno profondo sulla vita di chi dipende da questi treni per lavoro, studio e famiglia.

Nel cuore dell’area metropolitana napoletana, dove il tessuto urbano si intreccia con le esigenze di una comunità vivace ma spesso trascurata, i numeri raccontano una crisi palpabile: oltre 13 milioni di passeggeri persi nell’ultimo decennio, un chiaro segnale di come la fiducia nei confronti di Eav, la società che gestisce il servizio, si sia erosa anno dopo anno. Quei volti stanchi sulle banchine, sotto un sole cocente o tra le piogge torrenziali, riflettono un malessere più ampio, legato a promesse di rinnovamento – come l’arrivo di 57 nuovi treni per sostituire quelli vetusti di 30 anni – che inciampano in ritardi e inefficienze, tra incendi e deragliamenti che mettono a rischio la sicurezza di tutti.

Gli eventi recenti, come la prolungata interruzione della linea Napoli-Poggiomarino, hanno solo aggravato le cose, isolando ulteriormente quartieri già marginali e alimentando un senso di abbandono. Come osserva il segretario della Cisl Trasporti, «Il report di Legambiente sancisce la chiusura di un altro anno nero per la Circumvesuviana. Ritardi, disservizi e rischi per la sicurezza sono ormai all’ordine del giorno. Servono investimenti immediati su mezzi, tecnologia e personale, altrimenti il dossier del 2026 sarà solo l’ennesima conferma di un fallimento per Eav e per la Circumvesuviana». È una chiamata alle armi che risuona tra i vicoli affollati, ricordandoci come questi disservizi non siano solo statistiche, ma storie di persone che perdono tempo, opportunità e pazienza.

E non si tratta solo della Circumvesuviana: anche linee come Salerno-Avellino-Benevento entrano nel novero delle peggiori, con ritardi cronici che simboleggiano occasioni perdute. I dati regionali parlano chiaro, con un calo dei viaggiatori giornalieri da 422.000 nel 2009 a soli 255.535 nel 2024, rispetto ai 261.193 del 2019. Come sottolinea la direttrice di Legambiente Campania, «Non basta pensare a nuove infrastrutture se poi manca un’offerta di treni adeguata», una riflessione che invita a considerare quanto il trasporto pubblico sia il polso della vitalità di una regione, influenzando il benessere di intere comunità.

Alla fine, tra le strade vibranti di Napoli e la Campania, questa crisi dei trasporti non è solo un problema tecnico, ma un richiamo a riequilibrare le priorità, per ridare ai pendolari non solo treni affidabili, ma anche un po’ di quella serenità che meritano nella loro routine quotidiana.

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