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Cronaca

In Terra dei Fuochi, la Talea di Falcone porta alberi per rafforzare la legalità contro la camorra

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In Terra dei Fuochi, la Talea di Falcone porta alberi per rafforzare la legalità contro la camorra

Nel cuore della Terra dei Fuochi, alberi nati dalla memoria di Falcone sfidano la camorra e l’inquinamento #Legalità #Ambiente

Immaginate una mattina soleggiata nel quartiere Arenaccia Poggioreale di Napoli, dove l’aria ancora porta echi di sfide quotidiane contro la criminalità e l’inquinamento. Qui, tra le vie segnate da discariche abusive e un senso di abbandono, i Carabinieri sono arrivati con un simbolo di speranza: la Talea di Falcone, un’iniziativa che trasforma le radici di un albero in radici di resistenza. Sotto il cielo nuvoloso della Terra dei Fuochi, più di cento studenti della Fondazione “A voce d’e Creature” si sono riuniti, occhi curiosi e mani pronte, per piantare i primi alberi di legalità.

Questa fondazione, guidata dal sacerdote Don Luigi Merola in un’area dove la camorra stringe il suo controllo e l’inquinamento minaccia ogni respiro, è diventata il palcoscenico di un progetto più grande. I Carabinieri del Comando Provinciale di Napoli e quelli forestali del Reparto Biodiversità di Caserta hanno portato avanti “Un Albero per il Futuro”, un’idea nata nel 2020 dal Ministero dell’Ambiente per creare un vasto bosco della legalità con specie autoctone. Da quel momento, il progetto si è arricchito della “Talea di Falcone”, derivata dal ficus che un tempo cresceva vicino alla casa del giudice Giovanni Falcone, strappato via dalla mafia nel 1992. Ogni albero, ora, non è solo una pianta, ma un atto di difesa contro i crimini ambientali e il reclutamento dei giovani nelle reti criminali – un modo per radicare valori in un terreno instabile.

Mentre il tenente colonnello Marilena Scudieri e il tenente colonnello Giuseppe Musto guidavano l’evento, i ragazzi hanno ricevuto le talee, ognuna marchiata da un QR code per tracciare la crescita e l’assorbimento di CO Ελλά CO2. È stato un momento di connessione umana, dove il fruscio delle foglie si mischiava alle risate e alle riflessioni sui sogni di un futuro più pulito. In un contesto urbano come questo, dove la comunità lotta per respirare libera, iniziative del genere ricordano quanto possa essere potente un gesto semplice, come piantare un seme, nel contrastare le ombre della devianza minorile e dell’inquinamento strutturale.

Alla fine, mentre gli alberi iniziano a crescere in questa terra martoriata, ci si chiede se non sia proprio da piccoli atti di coraggio che nasca un cambiamento duraturo, capace di rafforzare il tessuto sociale di Napoli e oltre.

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