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Cronaca

In San Giorgio, la comunità si rivolta contro l’inceneritore temendo gravi rischi per la salute localitatea: Occorre fermarlo ora per tutelare tutti. (character count: 114)

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In San Giorgio, la comunità si rivolta contro l’inceneritore temendo gravi rischi per la salute localitatea: Occorre fermarlo ora per tutelare tutti. (character count: 114)

Cittadini di San Giorgio a Cremano uniti in una protesta accesa contro l’inceneritore per animali: voci dal cuore della città #NoInceneritore #SaluteComunità

Immaginate una piazza affollata nel cuore di San Giorgio a Cremano, dove l’aria è carica di voci determinate e volti segnati da una rabbia composta, non più silenziata dall’indifferenza. Qui, centinaia di residenti hanno preso parte a una mobilitazione vivace, marciando fianco a fianco con il Comitato No all’inceneritore, associazioni di volontariato e rappresentanti politici, fino a raggiungere piazza Carlo di Borbone, il centro pulsante della vita locale. Questa non è solo una dimostrazione: è un richiamo urgente alla salvaguardia della comunità, con l’obiettivo di fermare immediatamente l’apertura di un impianto che minaccia il tessuto urbano, densamente popolato e già provato da sfide quotidiane.

Mentre il presidio restava vigile sotto il palazzo municipale, una delegazione selezionata è stata accolta dal vice-commissario prefettizio, dottor De Angelis, in un incontro che ha rivelato le crepe di un sistema burocratico. I manifestanti hanno esposto con chiarezza le loro preoccupazioni, chiedendo la sospensione dell’attività in attesa di controlli approfonditi. Al centro del dibattito c’erano le irregolarità nell’iter amministrativo, in particolare la mancata classificazione dell’impianto come “industria insalubre di prima classe” – un’etichetta che, nella realtà quotidiana, significa un rischio tangibile per la salute di interi quartieri, dove le famiglie vivono a pochi passi dalle sue emissioni.

Questa lotta non si limita a emozioni immediate, ma affonda le radici in principi legali solidi. I cittadini invocano il principio di precauzione, richiamando l’articolo 216 del Regio Decreto del 1934, che consegna alle autorità il potere di bloccare attività potenzialmente pericolose. E qui, la minaccia non è un’ipotesi astratta: è confermata nero su bianco dall’Asl Na3 Sud, che ha categorizzato l’impianto nella categoria di massima insalubrità, ponendo l’accento su come, in un contesto urbano così vivace, ogni scelta istituzionale pesi direttamente sulle vite delle persone.

Nonostante le prove e le istanze presentate, l’incontro non ha portato a un blocco immediato, lasciando spazio a una prudenza istituzionale che, in questo scenario, suona come un’attesa frustrante per chi abita a ridosso dell’impianto. È un momento che invita a riflettere su quanto le procedure possano rallentare di fronte all’urgenza umana, anche se il Comitato rimane ottimista, confidando che un’analisi più approfondita possa imporre la misura inevitabile dello stop.

La dimensione legale della protesta

Nel frattempo, la vicenda si è trasformata in un intreccio di carte e ricorsi, con procedimenti in corso presso il Tribunale Civile di Napoli, un appello al Tar Campania e persino un’indagine penale aperta in Procura. Questa “guerra delle carte bollate” sottolinea come la battaglia non sia solo di strada, ma un confronto più ampio con le maglie della burocrazia, che potrebbe influenzare il futuro della zona.

I manifestanti puntano il dito contro l’assenza di una posizione decisa da parte delle istituzioni, inclusi i Comuni di San Giorgio a Cremano e Napoli, dati i confini sfumati tra i due territori. Dalla piazza si leva un grido unanime: “Le autorità hanno tutti gli strumenti per ‘spegnere’ il forno e farci respirare”, un appello che rispecchia la frustrazione di una comunità pronta a difendere il proprio diritto a un’aria pulita. Con nuove iniziative già pianificate per la prossima settimana, questa mobilitazione sembra destinata a evolversi, ricordandoci come le lotte locali possano intrecciare il tessuto sociale in modi profondi.

In fondo, storie come questa ci spingono a considerare quanto le decisioni amministrative tocchino il cuore delle comunità, invitando a un’azione responsabile che vada oltre le carte, per abbracciare il benessere di chi vive questi luoghi ogni giorno.

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