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Cronaca

In Pomigliano, quattro anni di reclusione per un figlio disabile senza ascensore al terzo piano

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In Pomigliano, quattro anni di reclusione per un figlio disabile senza ascensore al terzo piano

La battaglia quotidiana di Luigi contro le barriere invisibili: #Disabilità #DirittiNegati #Pomigliano

Immaginate di svegliarvi ogni mattina in un appartamento affacciato sulle strade vivaci di Pomigliano d’Arco, un quartiere dove il brusio della città promette avventure e incontri, ma per Luigi, un giovane di 22 anni affetto da Sindrome di Down e seri problemi di deambulazione, quelle stesse strade restano un mondo irraggiungibile, confinato oltre una rampa di scale senza fine.

In questo contesto urbano, dove le famiglie si affaccerebbero per il caffè del mattino o i bambini giocano nei cortili, la casa di Luigi al terzo piano di un edificio IACP in via Giuseppe Campanale 9 si trasforma in una prigione invisibile. Da oltre quattro anni, a causa di un intervento delicato alla colonna vertebrale che ha aggravato la sua mobilità, ogni tentativo di uscire – per una visita medica, una sessione di terapia o persino una semplice passeggiata all’aria aperta – è bloccato dall’assenza di un ascensore. È una realtà che colpisce al cuore, evidenziando come le barriere architettoniche non siano solo ostacoli fisici, ma veri e propri muri che isolano individui e famiglie in una comunità già provata dalle complessità sociali della Campania.

La madre di Luigi, da tre anni, combatte una battaglia estenuante contro la burocrazia, un labirinto di lettere, protocolli e silenzi assordanti. Ha contattato chiunque potesse ascoltare: dal Comune di Pomigliano d’Arco a ACER Campania, dalla Regione al Ministero delle Infrastrutture, passando per il Difensore Civico e il Garante dei Disabili. Eppure, le sue richieste, avviate nel 2022, si sono perse in un rimpallo di responsabilità, con promesse evaporate nel vuoto e un’unica eco positiva arrivata dall’Unione Europea, che ha avviato procedure formali contro l’inerzia degli enti.

Nel mezzo di questa frustrazione quotidiana, la voce della madre risuona come un appello disperato: “Dal 2022 chiediamo un ascensore, solo silenzi e scaricabarile”. Lei non cerca miracoli, solo una misura di umanità: “Non è una richiesta complicata: voglio solo che a mio figlio sia restituita la libertà che gli spetta. Chiedo un cronoprogramma dei lavori o, in alternativa, un alloggio accessibile. Ma non possiamo più aspettare”. È una riflessione che invita a pensare: in una società dove le fragilità dovrebbero essere protette, come possiamo permettere che l’indifferenza istituzionale rubi la dignità a chi è già vulnerabile?

Di fronte a questo stallo, la famiglia ha trovato un’alleato inaspettato nel deputato Francesco Emilio Borrelli, che ha preso a cuore la causa e promesso un’azione immediata. Rivolgendosi al Direttore regionale di ACER Campania, Borrelli ha espresso la sua indignazione con parole che riecheggiano il sentimento di molti: “Questa storia è un pugno nello stomaco. Non è accettabile che nel 2025 un ragazzo con disabilità sia costretto all’isolamento per colpa della burocrazia. Interverrò immediatamente presso ACER, Comune e Regione. La dignità di Luigi non è negoziabile. Basta scaricabarile: pretendiamo risposte, tempi certi e una soluzione concreta”. È un intervento che porta una ventata di speranza, ricordandoci come, in una comunità connessa, ogni voce possa fare la differenza.

La storia di Luigi non è isolata, ma specchio di un problema più ampio che affligge molte famiglie in Italia, dove i diritti alla mobilità e all’inclusione spesso restano solo sulla carta. In un contesto come quello di Pomigliano, ricco di storia e vitalità, ci si chiede quanto ancora debba passare prima che queste barriere cadano, restituendo alle persone la libertà che meritano.

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