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Cronaca

In Campania, mentre i rifiuti tornano a crescere, la differenziata continua a progredire per la comunità

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In Campania, mentre i rifiuti tornano a crescere, la differenziata continua a progredire per la comunità

Tra strade affollate e comunità resilienti: la Campania fronteggia l’aumento dei rifiuti, ma la differenziata illumina il cammino! #RifiutiCampania #AmbienteSostenibile

Immaginate le vivaci strade di Napoli e delle province campane, dove il via vai quotidiano si mescola al peso invisibile dei rifiuti: nel 2024, la produzione urbana ha toccato i 2,6 milioni di tonnellate, segnando un incremento dell’1% che sorprende, soprattutto in un contesto di calo demografico. È come se, nonostante meno persone, le abitudini quotidiane stessero spingendo un po’ di più sull’acceleratore, ricordandoci quanto sia fragile l’equilibrio tra crescita e sostenibilità in una regione così vibrante e complessa.

Questa inversione di tendenza non è solo un numero su un rapporto, ma un segnale che risuona nelle comunità locali, dove il pro capite di rifiuti ha raggiunto i 469 kg per abitante, ben 6 kg in più rispetto all’anno precedente. Come osserva il dossier di Legambiente, potrebbe indicare un rimbalzo nei consumi o un rilassamento nelle politiche di prevenzione, in un Sud Italia dove l’economia circolare lotta ancora per affermarsi pienamente. Eppure, tra queste sfide, c’è una nota positiva che infonde speranza: la raccolta differenziata è salita al 58,05%, guadagnando un significativo 1,47% dal 2023, trasformando la Campania in un esempio di resilienza meridionale, anche se ancora distante dalle eccellenze del Nord.

“È un progresso incoraggiante, ma non basta: dobbiamo spingere su educazione ambientale e incentivi per ridurre i rifiuti alla fonte”, sottolinea il rapporto, invitandoci a riflettere su come infrastrutture obsolete e ritardi burocratici continuino a ampliare il divario. I 121 comuni “Rifiuti Free” premiati da Legambiente rappresentano piccole vittorie umane, luoghi dove il porta a porta e le campagne di sensibilizzazione hanno creato modelli virtuosi, minimizzando lo smaltimento in discarica e dimostrando che un cambiamento reale parte dalle abitudini quotidiane.

A livello provinciale, storie di successo emergono come raggi di sole: Benevento guida con un impressionante 73,30% di differenziata, grazie a reti solide e collaborazioni tra pubblico e privato. Seguono Salerno al 67,99% e Avellino al 62,21%, con stabilità che ispira fiducia, mentre Napoli 3 si assesta al 62,88%. Caserta, invece, mostra un progresso tangibile, salendo al 59,16%, un balzo che parla di comunità in evoluzione. Ma non mancano le difficoltà: Napoli 2 arranca al 54,69%, e Napoli 1, nonostante un miglioramento, si ferma al 45,31%, influenzata da fattori urbani come la densità abitativa.

Nei capoluoghi, Salerno brilla con il 74,16%, affermandosi tra le città italiane più efficienti dal punto di vista ambientale, mentre Avellino e Benevento superano la media regionale con il 63,22% e il 62,98%. Caserta avanza al 62%, e Napoli, pur migliorando dal passato, resta al 44,38%, un passo che lascia intravedere potenzialità, ma non basta per raggiungere l’obiettivo nazionale del 65% entro il 2035, come delineato dai piani di ripresa.

Questi dati, basati su rapporti di Legambiente, Ispra e Arpac, non sono solo statistiche: raccontano di un territorio sotto pressione, dove l’aumento dei rifiuti rischia di sovraccaricare impianti già fragili, amplificando problemi ambientali e sanitari. In un’era di emergenze climatiche, la Campania ha l’opportunità di reinventarsi, trasformando scarti in risorse per agricoltura e industria, ma solo con azioni decise. “Da decenni i Comuni Ricicloni campani e le aziende leader del settore rappresentano esperienze pilota di livello europeo, dimostrando che la sostenibilità non è un’utopia, ma una concreta opportunità di sviluppo”, come afferma il presidente di Legambiente Campania.

E poi, “Oggi è il tempo di radicare e rafforzare il salto in avanti fatto dalla nostra regione nella gestione dei rifiuti, investendo in innovazione e prevenzione per non tornare indietro”. Strategie integrate, come l’espansione del porta a porta e i centri di riuso, potrebbero fare la differenza, aiutando la regione a passare da simbolo di crisi a esempio di resilienza, in un cammino che coinvolge tutti noi e il nostro futuro condiviso.

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