Seguici sui Social

Cronaca

Gravina critica duramente il caso Allegri-Oriali, un episodio che indebolisce il calcio e i suoi valori condivisi

Pubblicato

il

Gravina critica duramente il caso Allegri-Oriali, un episodio che indebolisce il calcio e i suoi valori condivisi

Il presidente FIGC Gravina attacca il caos Allegri-Oriali: “Parliamo di una figuraccia” #CalcioItaliano #FairPlay

Immaginate una sala riunioni al termine di un Consiglio Federale, dove l’aria è carica di tensione e le eco delle recenti liti sul campo riecheggiano tra i presenti: è qui che Gabriele Gravina, alla guida del calcio italiano, rompe il silenzio con parole che pesano come un verdetto. Quello che era iniziato come un banale scontro durante la semifinale di Supercoppa a Riad, tra l’allenatore del Milan e il team manager del Napoli, si trasforma in un campanello d’allarme per l’intero mondo del pallone, un promemoria che questi episodi non sono più isolati, ma sintomi di un malessere più profondo che coinvolge stadi, famiglie e comunità locali.

Nel suo discorso diretto e senza filtri, Gravina sottolinea la necessità di distinguere le regole del gioco da quelle della vita quotidiana. “Qui dobbiamo tenere distinte le sanzioni previste dal regolamento sportivo rilevate dall’arbitro da quelle che sono le norme comportamentali. Questo è un fatto culturale”, dichiara, invitando tutti a riflettere su come l’educazione stia scivolando via dai bordi del campo. È una critica che risuona nelle strade affollate delle città italiane, dove i tifosi, un tempo uniti dalla passione, ora assistono a scene di urla e gesti esagerati che erodono il rispetto reciproco. Quasi come se, in un’era digitale dove ogni azione viene amplificata, il calcio stia perdendo la sua anima, trasformandosi in un teatro di conflitti che lascia un retrogusto amaro.

Per Gravina, il vero colpo al cuore arriva quando si guarda oltre il singolo episodio: “C’è solo uno sconfitto in tutto questo: il calcio”, e aggiunge che “Vale per Folorunsho, vale per i presidenti, per i tifosi e per gli allenatori”. Queste parole evocano l’immagine di un gioco che predica valori come il fair play e l’etica – slogan stampati sulle maglie, discussi in eventi e convegni – ma che troppo spesso si riduce a un’arena di risentimenti. “Parliamo del gioco del calcio, parliamo sempre di fair play, di etica, di principi, di rispetto. Ce lo stampiamo sulle maglie, sul petto, facciamo eventi, organizziamo convegni su questi temi e poi andiamo in campo e ci sputiamo addosso”. È una riflessione che invita a pensare al ruolo del calcio nella società, un passatempo che unisce generazioni ma che, se trascurato, rischia di dividere più di quanto non unisca, lasciando i giovani spettatori a chiedersi se il loro eroe preferito sia davvero un modello da seguire.

Con una nota di fermezza che echeggia la delusione di molti appassionati, Gravina conclude che “Questo non è assolutamente accettabile”, un invito implicito a voltare pagina verso un futuro più civile. In fondo, episodi come questo non sono solo screzi sul prato verde, ma ferite che toccano il tessuto della comunità calcistica, ricordandoci che il vero spirito del gioco si trova nel rispetto, non nelle risse.

Fonte

Questo sito web non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità.
Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n° 62 del 7.03.2001.
Alcuni contenuti sono generati attraverso una combinazione di una tecnologia proprietaria di IA e la creatività di autori indipendenti.
Per contatti [email protected]