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Cronaca

Furto alla gioielleria di Sant’Antimo: residenti intervengono dai balconi lanciando oggetti per bloccare i ladri

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Furto alla gioielleria di Sant’Antimo: residenti intervengono dai balconi lanciando oggetti per bloccare i ladri

Nel cuore della notte a Sant’Antimo, residenti armati di coraggio lanciano oggetti dai balconi contro una banda di ladri: un segnale disperato contro l’insicurezza dilagante! #SantAntimoInGuerra #CrimineENoi

Immaginate la quiete di una notte qualunque a Sant’Antimo, nel vivace hinterland napoletano, interrotta da un fragore improvviso: ladri in azione, una gioielleria presa d’assalto. Non è solo un furto, è un episodio che rivela le crepe di una comunità stanca, dove la paura serpeggia tra le strade e i balconi diventano improvvisati bastioni di difesa.

Cosa è successo

È stato un attacco rapido e violento, lungo il corso Unione Sovietica, cuore pulsante di questo quartiere. Una banda di almeno cinque individui ha usato un flex per forzare la serranda e un’auto rubata per sfondare l’ingresso, seguendo il solito copione delle “spaccate” che terrorizzano i negozianti locali. In pochi minuti, hanno devastato il locale, rubando un bottino ancora da stimare, mentre le telecamere di sorveglianza registravano ogni mossa, ora al vaglio degli inquirenti.

Ma ciò che rende questa storia unica è la reazione dei residenti: nel buio, dalla sicurezza dei loro balconi, hanno cominciato a lanciare oggetti per bloccare la fuga dei criminali. Un gesto istintivo, quasi eroico, che racconta la frustrazione di una gente abituata a difendersi da sola in assenza di protezioni adeguate.

Perché riguarda la città

Sant’Antimo, con le sue vie trafficate e i negozi che resistono alla quotidianità, è un microcosmo dell’hinterland napoletano, dove l’economia locale poggia su piccole imprese come questa gioielleria. Da quando la caserma dei carabinieri è stata spostata, la criminalità è esplosa, trasformando una comunità un tempo vivace in un territorio segnato dall’abbandono. Questo episodio non è isolato: è il sintomo di un problema più ampio, dove i residenti sentono il peso di un’insicurezza crescente, e i commercianti pagano il prezzo più alto.

Proprio per questo, il deputato Francesco Emilio Borrelli e il consigliere regionale Carlo Ceparano si sono precipitati sul posto, incontrando il titolare Angelo De Rosa, un uomo profondamente segnato dall’accaduto. “Vedere un commerciante onesto così provato è una ferita per tutta la comunità – hanno dichiarato Borrelli e Ceparano –. Da quando è stata spostata la caserma dei carabinieri, i livelli di criminalità sono raddoppiati e la vita per residenti e negozianti è diventata un inferno. Servono più forze dell’ordine per ristabilire sicurezza e serenità”. Le loro parole risuonano come un appello critico, riflettendo la rabbia di una città che si sente trascurata dalle istituzioni.

La reazione dei cittadini

Il vero eroismo, però, viene dal basso. Borrelli e Ceparano hanno esortato la comunità a unirsi: “Non lasciamo solo chi subisce questi crimini. Restiamo al fianco di Angelo De Rosa e invitiamo tutti i cittadini di Sant’Antimo e della provincia di Napoli a venire nei prossimi giorni in gioielleria per testimoniare solidarietà. Chi lavora onestamente non deve sentirsi abbandonato”. È un invito che va oltre la solidarietà, un richiamo a rinsaldare i legami in un territorio dove ogni furto erode non solo beni, ma anche la fiducia nel futuro.

Angelo De Rosa, ancora scosso, condivide la sua amarezza con una determinazione toccante: “Sono molto sconfortato, ma mi rimboccherò le maniche e ripartirò insieme a mia moglie. È la seconda volta in tre anni che subisco un furto così, ma stavolta hanno distrutto tutto. Noi commercianti dobbiamo affrontare il rischio d’impresa e l’escalation della criminalità: è difficile andare avanti, ma con il sostegno di tutti ci rialzeremo”. La sua storia è quella di tanti, un monito sull’urgenza di un cambiamento.

In fondo, episodi come questo a Sant’Antimo non sono solo cronaca: sono un campanello d’allarme per l’intera area napoletana, un invito a riflettere su come la sicurezza non sia un lusso, ma il fondamento di una comunità che merita di vivere senza paura.

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