Cronaca
Fugge dai domiciliari napoletani per truffare anziani nel Bolognese con una complice: ora arrestati insieme
Due truffatori dalla Campania smascherati mentre ingannano anziani in Emilia: un’intervento rapido per proteggere la comunità #Giustizia #AnzianiProtetti
Immaginate una mattina d’inverno in un tranquillo quartiere di Zola Predosa, dove il sole filtrava appena tra le strade avvolte da un velo di nebbia emiliana, e una coppia di anziani iniziava la sua giornata con la routine familiare. Poche ore dopo, quel senso di sicurezza è stato bruscamente interrotto da due estranei, arrivati da lontano per sfruttare la fiducia altrui. I carabinieri di Sassuolo e Modena, impegnati in operazioni mirate contro i reati che minacciano i più vulnerabili, hanno intercettato un’auto sospetta, già segnalata a Maranello per tentativi simili, e hanno seguito i suoi occupanti fino a quel piccolo centro nel Bolognese.
In un contesto urbano dove le comunità si reggono su legami solidi, ma la solitudine può esporre gli anziani a pericoli nascosti, la storia si dipana con i due sospetti – un uomo di 39 anni e una donna di 22 anni, entrambi originari della Campania – che si presentano come figure autorevoli. Fingendosi carabinieri, hanno convinto la coppia di anziani a consegnare i loro preziosi monili in oro, con il pretesto di dover effettuare “accertamenti giudiziari”. È un inganno fin troppo comune, che risveglia riflessioni su quanto la gentilezza possa essere manipolata, e il valore della refurtiva, stimato intorno ai 20mila euro, non è nulla rispetto al trauma inflitto a chi ha dedicato una vita intera a costruire un futuro sereno.
L’atmosfera di tensione si è sciolta solo grazie all’intervento tempestivo dei militari, supportati dalla stazione di Savignano sul Panaro, che hanno bloccato i responsabili poco dopo il fatto, recuperando i beni e restituendoli ai legittimi proprietari. Scoprendo che l’uomo era già sottoposto agli arresti domiciliari a Napoli per reati analoghi, non si può fare a meno di notare come questi episodi rivelino le crepe nel sistema di vigilanza, evidenziando l’urgenza di una rete di protezione più capillare per le periferie e i piccoli centri.
Arrestati in flagranza per truffa aggravata e continuata in concorso, con l’aggiunta di evasione per l’uomo, i due hanno affrontato rapidamente il giudizio: al tribunale di Bologna, il 17 dicembre, gli arresti sono stati convalidati, condannando il 39enne – recidivo – a 3 anni di reclusione e 1.200 euro di multa, con la misura cautelare in carcere. La 22enne, senza precedenti, è stata rimessa in libertà con pena sospesa e il beneficio della non menzione, offrendo un barlume di speranza per chi commette errori isolati.
In storie come questa, dove il contesto sociale mette in luce la fragilità delle comunità di fronte a predatori invisibili, emerge una verità più ampia: proteggere i nostri anziani non è solo un dovere delle forze dell’ordine, ma un impegno collettivo che rafforza il tessuto urbano, ricordandoci che ogni atto di giustizia contribuisce a una società più empatica e sicura.