Cronaca
Dopo 16 anni di servizio, 12 operai forestali napoletani affrontano ancora la precarietà sul lavoro
A Napoli, la eterna attesa di 12 operai forestali per un lavoro stabile si scontra con un nuovo muro burocratico: dopo 16 anni di precarietà, il sogno sfuma di nuovo #Napoli #DirittiLavoratori
Immaginate di vivere a Napoli, una città vibrante ma segnata da anni di incertezze economiche, dove 12 operai forestali hanno dedicato 16 anni della loro vita a un lavoro instabile, sperando che questo dicembre portasse finalmente la stabilità tanto agognata. Invece, proprio quando il traguardo sembrava a portata di mano, un ostacolo burocratico imprevisto ha fatto deragliare tutto, lasciando questi uomini e le loro famiglie in un limbo di ansie e domande. È una storia che risuona nelle strade affollate di Napoli, dove la lotta per il lavoro dignitoso è parte del tessuto quotidiano della comunità.
I sindacati Flai-Cgil, Fai-Cisl e Uila-Uil di Napoli hanno alzato la voce con una nota piena di “grande amarezza”, descrivendo la situazione come “surreale”. Questi lavoratori, assunti a tempo determinato dalla Città Metropolitana, erano a un passo dal raggiungere le 180 giornate di lavoro necessarie per un contratto stabile, proprio come è accaduto ai loro colleghi della Provincia di Benevento. Là, 1200 contratti sono stati regolarizzati senza intoppi, grazie all’intervento della Regione Campania. Qui, invece, la burocrazia ha alzato un muro invisibile, riflettendo un contesto urbano dove le promesse istituzionali spesso si perdono nei meandri degli uffici.
Il giorno che ha cambiato tutto
Il 18 dicembre avrebbe dovuto essere il culmine di una lunga battaglia, un momento di sollievo per questi operai. Ma, nonostante un parere favorevole dalla Ragioneria Generale, il segretario generale della Città Metropolitana ha respinto la proposta di stabilizzazione, optando per alternative che i sindacati etichettano come “raffazzonate e discutibili”, come l’apertura di un nuovo bando. Questa decisione non solo ignora le linee guida del Tavolo di Partenariato regionale, ma trascura anche il fatto che questi lavoratori sono stati assunti attraverso procedure regolari in passato. A peggiorare le cose, l’assenza per malattia del dirigente responsabile ha impedito di firmare i contratti, trasformando quella giornata in un simbolo della fragilità del sistema. In una città come Napoli, dove ogni famiglia conta su un lavoro stabile per affrontare le sfide quotidiane, questo episodio sottolinea come la burocrazia possa erodere non solo le carriere, ma anche la fiducia nella comunità.
I sindacati non lesinano critiche, puntando il dito contro “dichiarazioni fuorvianti di pseudo sindacati che non si sono mai visti accanto alle lotte dei lavoratori, buoni solo a comunicati sporadici”, e affermando che “la battaglia per questi ultimi 12 operai è ancora tutta da fare”. Ora, l’obiettivo è aprire un dialogo urgente con il nuovo assessore regionale all’Ambiente e il futuro dirigente della Città Metropolitana, per delineare “un nuovo corso per il 2026 che sia chiaro fin da subito” e garantire “soluzioni stabili e non fuorvianti”. È una riflessione naturale su come queste storie di precarietà colpiscano il cuore della società napoletana, ricordandoci che dietro ogni numero ci sono persone reali, con famiglie che meritano “il rispetto e la dignità” che finora sono rimaste intrappolate nei corridoi della burocrazia.
Questa vicenda, ambientata nelle vie animate e resilienti di Napoli, ci invita a riflettere su quanto il precariato possa minare il tessuto sociale, spingendo tutti noi a sperare in cambiamenti che vadano oltre le parole, per un futuro più equo e sostenibile per la comunità.