Cronaca
De Laurentiis celebra la passione di Conte per il successo, in contrasto con chi perde motivazione
A Milano, tra luci e trofei: De Laurentiis celebra il Napoli e la fame insaziabile di Conte #GazzettaAwards #CalcioItaliano
Immaginate una sera vibrante a Milano, nel cuore di un evento che riunisce i protagonisti del calcio italiano, con le sale illuminate da flash e l’aria carica di storie di vittoria e ambizione. Qui, tra il brusio della folla e l’eccitazione dei premi, Aurelio De Laurentiis, presidente del Napoli, sale sul palco per ricevere l’ambito riconoscimento di ‘Squadra dell’Anno’. Non è solo un trofeo, ma un momento per ripercorrere i traguardi della sua squadra, dove il secondo scudetto emerge come un capitolo più autentico e combattuto, a differenza del primo che aveva perso un po’ del suo slancio.
Con un tono riflessivo, De Laurentiis condivide le sue sensazioni, evocando l’essenza di una stagione segnata da fatica e passione: “Il secondo scudetto è stato più vero, sofferto fino all’ultimo respiro. Il primo, invece, a un certo punto è diventato quasi scontato”. Queste parole non descrivono solo un successo sportivo, ma catturano l’atmosfera di una Napoli intera, una città che vive il calcio come un’estensione della sua resilienza quotidiana, unendo tifosi in un legame profondo che va oltre lo stadio.
Passando a un legame personale, De Laurentiis apre una finestra sul suo rapporto con Antonio Conte, il tecnico che incarna la tenacia pura. Immaginate un incontro casual, anni fa, tra famiglie nelle calme spiagge delle Maldive, dove già si intuiva una connessione speciale. “Ci sentiamo sempre”, rivela con ammirazione, “L’ho conosciuto tanti anni fa alle Maldive con la famiglia. Lo ascoltavo con passione e interesse: è un uomo con una voglia assoluta di vincere. A volte vedi gente demotivata dal successo, lui no. Ha una fame che dovremmo avere tutti”. In un contesto urbano come Milano, simbolo di opportunità e contrasti, questa storia umana sottolinea come la motivazione possa ispirare non solo un club, ma un’intera comunità, ricordandoci che nel calcio, come nella vita, la vera forza viene da una passione autentica e condivisa.
Guardando al futuro, De Laurentiis non nasconde le sue visioni ambiziose, parlando di progetti che potrebbero trasformare il Napoli: “Spero di riuscire a costruire il mio stadio e un nuovo centro sportivo, per dare un’implementazione importante nei prossimi 3-4 anni”. Ma mentre delinea questi sogni, non evita di toccare le criticità del sistema italiano, evidenziando le disparità che pesano sul tessuto sociale e sportivo del paese: “Ci sono molte problematiche nel nostro Paese. Per amministrare le città ci vorrebbero manager veri. Pensate che a San Siro incassano 14 milioni in una semifinale di Champions, mentre il Napoli nell’ultima partita di Coppa ha fatto solo 1,4 milioni. Ecco il gap economico da colmare”. Queste riflessioni, inserite in un dibattito più ampio, evidenziano come tali squilibri non riguardino solo i club, ma influenzino la vitalità delle comunità, soprattutto al Sud, dove il calcio spesso diventa un’ancora di speranza e identità.
Alla fine di una serata come questa, tra le luci di Milano e le storie di chi combatte per il proprio territorio, ci si chiede come queste ambizioni possano davvero colmare i divari, rafforzando non solo una squadra, ma l’intero panorama calcistico italiano.