Cronaca
Aumenti in arrivo per i pedaggi autostradali nel 2026: La Tangenziale di Napoli raggiunge 1,05 euro, incidendo sui tragitti quotidiani
Hai presente la Tangenziale di Napoli, quella strada che ogni giorno sfreccia tra il caos urbano e la vita quotidiana dei pendolari? Potrebbe presto costare un po’ di più, con il pedaggio che sale a 1,05 euro dal 1° gennaio 2026. #TangenzialeNapoli #AumentiAutostradali
Immaginatevi un mattino d’inverno a Napoli, con il sole che filtra tra i palazzi e le auto che si insinuano nel flusso costante della Tangenziale, collegando quartieri vivaci e destinazioni essenziali per migliaia di persone. Questa arteria urbana, così vitale per il tessuto sociale della città, potrebbe presto subire un cambiamento che va oltre i numeri: un possibile aumento del pedaggio da 1 euro a 1,05 euro, inserito nel quadro di rincari nazionali annunciati dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Non è ancora ufficiale, ma è come se una piccola onda stesse per increspare la routine di chi conta su questa strada per lavoro, famiglia o svago.
Nel panorama nazionale, l’incremento medio è fissato all’1,5%, ma per tratte come Napoli-Pompei-Salerno le cose si complicano, con un rialzo del 1,925% che supera la media e sottolinea quanto questi cambiamenti possano variare a seconda del territorio. È un richiamo gentile al contesto urbano di Napoli, dove il traffico è già un compagno fedele, e un aumento così modesto rischia di tradursi in attese estenuanti ai caselli. Pensateci: dover gestire il resto di soli cinque centesimi potrebbe trasformare un semplice passaggio in un momento di frustrazione, con code che si allungano soprattutto durante le ore di punta, aggravando lo stress di una comunità sempre di corsa.
La Tangenziale, rimasta ferma a 1 euro dal 2017, si è già mossa per mitigare l’impatto – scorte di monete da cinque centesimi sono pronte per fluidificare i flussi – ma è inevitabile riflettere su come questi adeguamenti tariffari tocchino la vita reale. Negli anni passati, aumenti minimi erano stati assorbiti senza modifiche, evitando arrotondamenti inutili, eppure ora il contesto sembra diverso, con un occhio critico al bilancio quotidiano delle famiglie napoletane. «Al momento non c’è stata alcuna comunicazione ufficiale dal Ministero sui pedaggi 2026 – fanno sapere dalla Tangenziale di Napoli – e quindi non è possibile parlare con certezza di aumento». E ancora, «La società concessionaria precisa inoltre che eventuali rincari non derivano da una propria richiesta, ma dall’adeguamento generalizzato disposto a livello nazionale», una nota che trasmette un senso di inevitabilità, come se il sistema fosse una ruota che gira senza scelte personali.
Intanto, l’Autorità di Regolazione dei Trasporti ha introdotto un principio interessante, il “pay per use”, che lega gli aumenti a lavori effettivamente realizzati sulle strade, scoraggiando rincari per progetti futuri. È una piccola evoluzione che fa riflettere sul valore del denaro speso: perché pagare di più se non c’è un miglioramento tangibile? Purtroppo, per la Tangenziale di Napoli, questa regola non è ancora in vigore, lasciando spazio a interrogativi su equità e efficienza. Questi aumenti derivano da una sentenza della Corte Costituzionale, che ha invalidato i tentativi precedenti di congelare le tariffe in attesa di nuovi piani finanziari, rendendo il tutto una questione di equilibri legali e pratici.
In una nota, il Ministero ha espresso rammarico per la situazione, osservando come «ha vanificato lo sforzo del ministro Matteo Salvini e del governo di congelare le tariffe fino alla definizione dei nuovi Pef regolatori», e confermando che non può più intervenire. Per la Salerno-Pompei-Napoli, questo si traduce in uno dei rincari più evidenti del 2026, un promemoria che le decisioni nazionali risuonano localmente, influenzando come le persone navigano il loro mondo quotidiano.
Mentre aspettiamo sviluppi ufficiali, è impossibile non pensare a come questi cambiamenti, per quanto piccoli, riflettano le sfide più ampie della mobilità in una città come Napoli – un mix di vitalità e vulnerabilità – e a come la comunità possa adattarsi, magari scoprendo modi più sostenibili per muoversi.