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Cronaca

ASL Napoli 3 Sud condannata per tiroidectomia inutile: 50mila euro di risarcimento a paziente danneggiata dall’intervento

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ASL Napoli 3 Sud condannata per tiroidectomia inutile: 50mila euro di risarcimento a paziente danneggiata dall’intervento

Errore medico a Nola: un nodulo innocuo diventa un incubo, con il tribunale che fa giustizia! #SanitàCampania #DirittiPazienti

Nella tranquilla Nola, dove le strade affollate raccontano storie di una comunità radicata e orgogliosa, un caso di malasanità ha squarciato il velo di fiducia nei confronti degli ospedali locali, evidenziando quanto le scelte mediche possano alterare una vita in un battito di cuore.

Cosa è successo

Immaginate una donna di quarant’anni, nel fiore della sua età, che si rivolge all’Ospedale Santa Maria della Pietà per un gozzo nodulare, un problema comune in queste parti della Campania, dove lo stress urbano e le abitudini di vita spesso giocano un ruolo. Invece di optare per un semplice monitoraggio, come suggerito dai protocolli standard, i medici hanno scelto un intervento drastico: una tiroidectomia totale con asportazione delle paratiroidi. Un errore “grave”, come confermato dai consulenti tecnici, che ha privato la paziente della funzionalità tiroidea, condannandola a una dipendenza permanente da farmaci.

Il Tribunale di Torre Annunziata, non lontano da qui, ha fatto luce su questa vicenda, accertando che non c’era alcuna urgenza clinica. La prassi corretta avrebbe dovuto essere una “vigile attesa” per tenere d’occhio il nodulo, ma così non è stato. Il risultato? Un risarcimento di 50mila euro all’ASL Napoli 3 Sud, a coprire un danno irreversibile che va oltre il fisico, toccando l’essenza della vita quotidiana in un territorio dove la sanità è già messa a dura prova.

Perché riguarda la città

Qui a Nola, tra le piazze vivaci e le famiglie che contano sul sistema sanitario locale per le loro necessità, questa storia risuona come un campanello d’allarme. La sanità campana, spesso criticata per ritardi e risorse limitate, vede in casi come questo un riflesso delle disuguaglianze che persistono: una paziente che avrebbe potuto evitare un calvario di anni, iniziato nel 2016, ma che invece ha dovuto lottare per ottenere giustizia. È un promemoria per tutti noi, che viviamo in queste comunità, su quanto sia cruciale il dialogo tra medici e pazienti, specialmente in un contesto urbano dove la pressione sugli ospedali è costante.

La reazione dei cittadini

La donna, supportata dagli avvocati dello Studio Associato Maior, ha intrapreso una battaglia legale che ha portato a una sentenza netta. I suoi legali hanno dichiarato: “Operazione ingiustificata, ora giustizia è fatta”. E poi, con soddisfazione: “Questa sentenza rappresenta un passo importante nella lotta per la tutela dei pazienti vittime di errori sanitari. Siamo soddisfatti di aver ottenuto un riconoscimento chiaro delle responsabilità e un risarcimento equo per la nostra assistita, la cui vita è stata profondamente segnata da un intervento che non avrebbe mai dovuto essere eseguito”. Parole che echeggiano nelle discussioni al bar o nei forum locali, dove molti si identificano in questa lotta, sperando che serva da lezione per migliorare il nostro sistema sanitario.

In fin dei conti, questa vicenda ci invita a riflettere su come, in una città come Nola, ogni errore medico non sia solo una statistica, ma una ferita collettiva che ci ricorda l’importanza di vigilare e proteggere la salute di chi ci vive accanto.

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