Cronaca
Anziani in Liguria protetti da rete di truffatori con base a Napoli: 21 arresti in azione per la comunità
Una rete di truffe che preda gli anziani: smantellata l’organizzazione con radici a Napoli e tentacoli al Nord #TruffeAiVulnerabili #CarabinieriAlNord
Immaginate la quiete di un mattino in Liguria, interrotta dall’arrivo discreto di pattuglie dei carabinieri, impegnati in un’operazione che collega le strade affollate di Napoli al nord d’Italia. È qui che, nelle prime luci dell’alba, i militari del Comando provinciale di Genova hanno sferrato un colpo decisivo contro una banda specializzata nel raggirare persone anziane, con il suo quartier generale nascosto nelle vie della città partenopea. Questa rete criminale, radicata in un contesto urbano dove l’ingegno locale si trasforma in astuzia pericolosa, ha sfruttato la fragilità di chi è più solo, portando avanti truffe che lasciano ferite profonde non solo nel portafoglio, ma anche nel cuore della comunità.
Gli investigatori hanno ricostruito un meccanismo ben oliato, dove ogni membro aveva un ruolo preciso: dai primi contatti telefonici che fingono affetto o autorità, fino alla raccolta dei beni sottratti con astuzia. Si parla di stratagemmi classici come il “falso parente” e il “finto appartenente alle forze dell’ordine”, che hanno permesso a questi truffatori di colpire ripetutamente in regioni come la Liguria e altre aree del Nord, dove la vita quotidiana scorre in un ritmo diverso da quello caotico di Napoli. È un fenomeno che non sorprende, considerando come le grandi distanze possano mascherare le operazioni, lasciando le vittime – spesso persone anziane e isolate – a fare i conti con un senso di tradimento che va oltre il mero danno economico.
Questa mattina, 21 misure cautelari sono state eseguite su scala nazionale, emesse dal Tribunale di Napoli su richiesta della Procura locale, colpendo individui sospettati di far parte di questo ingranaggio criminale. Attraverso telefonate studiate per ingannare e trasferte rapide e precise, il gruppo ha pianificato i suoi colpi con la meticolosità di un’orchestra ben diretta, garantendo fughe veloci e lasciando dietro di sé un’onda di sfiducia nella comunità. Riflettendo su questo, ci si chiede come un’organizzazione così strutturata possa proliferare in un’epoca dove la tecnologia dovrebbe proteggere, invece di esporre.
Non è un caso isolato: questa operazione si lega a indagini precedenti, condotte a febbraio e giugno 2025, che hanno già svelato un modello criminale radicato, con basi logistiche lontano dai luoghi dei reati per evitare tracce. In quelle occasioni, era emerso come queste bande napoletane si spostino con facilità, replicando schemi collaudati e causando non solo perdite materiali, ma anche un impatto emotivo duraturo sulle vittime, figure simbolo di una società che invecchia e si sente sempre più vulnerabile. È un promemoria sottile su quanto il tessuto sociale del Nord sia interconnesso con realtà più complesse del Sud, dove l’opportunità criminale trova spazio in nicchie di marginalità.
Le indagini continuano, con l’obiettivo di mappare l’intera rete di contatti e stimare l’ampiezza delle truffe avvenute, lasciando aperta la porta a possibili nuovi interventi. In un mondo ideale, storie come queste servirebbero da monito per rafforzare legami comunitari e protezioni, ricordandoci che dietro ogni statistica c’è una persona che merita di invecchiare in pace.