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Cronaca

Ad Arzano, 60mila euro per luminarie d’oro, ma la città resta al buio

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Ad Arzano, 60mila euro per luminarie d’oro, ma la città resta al buio

Arzano brilla per sprechi, non per luci: 60mila euro per luminarie che non si accendono, mentre la città resta al buio. #ArzanoAlBuio #NataleSenzaLuci

Immaginate una città come Arzano, con le sue strade animate e le piazze che pulsano di vita quotidiana, pronta a celebrare il Natale con l’entusiasmo tipico di un territorio campano radicato nelle tradizioni. Eppure, quest’anno, al 10 dicembre, l’oscurità domina ancora, nonostante un investimento di 60mila euro in luminarie che sembrano esser finite nel nulla. È una storia che va oltre la semplice cronaca, riflettendo le frustrazioni di una comunità che si sente trascurata.

Cosa è successo

I consiglieri comunali d’opposizione, Luigi De Rosa, Nicola Falzarano e Natale Russo, non ci sono andati leggeri nel denunciare questa situazione. Loro, che conoscono bene le vie di Arzano e i suoi abitanti, parlano di un vero e proprio “insulto alla città” e di “sperpero intollerabile”, puntando il dito contro l’amministrazione guidata dalla sindaca Cinzia Aruta. Dei 60mila euro stanziati, ben 20mila erano destinati a una singola struttura in piazza Cimmino, un simbolo che avrebbe dovuto illuminare il cuore della città. Invece, tutto è rimasto spento, lasciando i residenti a chiedersi dove siano finiti quei fondi in un momento in cui le famiglie affrontano già difficoltà economiche.

Perché riguarda la città

Arzano non è solo un punto su una mappa; è un tessuto di storie umane, di negozianti che contano sui festeggiamenti natalizi per ravvivare le vendite e di famiglie che aspettano quelle luci per sentirsi un po’ più unite. Questa vicenda non è solo uno spreco di soldi pubblici, ma un segnale di come l’amministrazione possa perdere il contatto con i bisogni reali del territorio. Come cronista locale, vedo in questo un riflesso di problemi più ampi: una programmazione che sembra naviga a vista, ignorando la trasparenza e il coinvolgimento della comunità. I cittadini, che ho incrociato nelle strade, esprimono delusione, ricordando come in passato le luminarie unissero la città in un abbraccio festivo.

La reazione dei cittadini

Luigi De Rosa è stato chiaro nei suoi interventi: “I documenti sono chiari: l’amministrazione ha impegnato 60mila euro per le luminarie, di cui ben 20mila solo per la struttura prevista in piazza Cimmino. Una cifra che sfiora l’assurdo. E il risultato qual è? Che Arzano è ancora spenta. Questo non è solo uno spreco: è una mancanza di rispetto verso i cittadini”. Nicola Falzarano rincara la dose, definendo tutto “programmazione fallita su tutta la linea” e accusando l’amministrazione di navigare “a vista, senza trasparenza né capacità di gestione. Spendere decine di migliaia di euro per ritrovarsi senza una sola luminaria accesa è qualcosa che mortifica la città e umilia un’intera comunità”. Infine, Natale Russo è ancora più diretto: “Chiediamo alla sindaca Aruta di presentarsi ai cittadini e spiegare con chiarezza: perché 60mila euro? Perché 20mila per una singola installazione? E soprattutto: perché Arzano, nonostante tutto, è ancora al buio? La misura è colma. Non accetteremo altri tentativi di scaricare responsabilità o di minimizzare quanto accaduto”.

I tre consiglieri non si fermano alle parole: promettono di continuare la lotta, annunciando “Continueremo a denunciare ogni spreco e ogni atto che riterremo lesivo degli interessi della comunità. Arzano non può essere un laboratorio di improvvisazione: merita un’amministrazione capace, trasparente e attenta ai bisogni reali della città”. Questa mobilitazione rispecchia lo spirito critico della gente di Arzano, che non vuole solo luce per le strade, ma anche per le decisioni che riguardano il loro futuro.

In fondo, questa storia ci ricorda che dietro ogni spreco c’è una comunità che merita di meglio. Arzano, con il suo potenziale e la sua vitalità, potrebbe trasformarsi in un esempio di rinascita, se l’amministrazione saprà ascoltare e agire con il cuore del territorio. È un invito alla riflessione: il Natale non è solo luminarie, ma il calore di una città che si rialza insieme.

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