Cronaca
A Porta Capuana, un’operazione interforze affronta l’invivibilità urbana per il benessere di Napoli
Operazione al cuore di Porta Capuana: le forze dell’ordine sfidano il degrado di Napoli, tra ombre e speranza #Napoli #PortaCapuana
Immaginate di passeggiare per le antiche strade di Napoli, dove il sole filtra timidamente tra gli archi storici di Porta Capuana, un tempo simbolo di vitalità e commercio, ora avvolto da un’aria di abbandono che stringe il cuore. Ieri, in questo angolo dimenticato della città, le forze dell’ordine hanno portato avanti un’operazione decisa, un lampo di azione in un quartiere dove il degrado e la criminalità si intrecciano come radici invisibili, offrendo un breve respiro ai residenti stanchi di vivere nell’ombra.
La Questura di Napoli, lavorando fianco a fianco con il Commissariato Vicaria-Mercato, i Carabinieri e la Guardia di Finanza, ha intensificato i controlli in un’area che incarna quella “invisibilità” – quel mix di trascuratezza istituzionale e caos quotidiano che ha permesso a spacciatori stranieri di trasformare questo storico ingresso alla città in un pericoloso mercato all’aperto. Mentre le luci dei lampeggianti squarciavano la notte, gli agenti hanno identificato 82 persone, tra cui 9 con precedenti penali, e controllato 11 veicoli, in un’operazione che, per quanto limitata, rappresenta un piccolo passo nella battaglia contro un problema che affonda le radici nel tessuto urbano.
Porta Capuana, un tempo crocevia di culture e scambi, oggi si sente lontano dai vivaci riflettori del lungomare, lasciata a se stessa in un contesto sociale che fa riflettere: residenti e commercianti, da mesi, gridano la loro frustrazione per risse, violenze e un degrado quotidiano che rende le notti un vero e proprio inferno. Ricordate le proteste di aprile, quando un centinaio di abitanti è sceso in strada per denunciare la situazione? Quegli eventi, come un grido nel buio, evidenziano come questa zona sia diventata un far west notturno, con blocchi stradali e aggressioni che scoraggiano persino gli interventi dei soccorsi medici, lasciando tutti a chiedersi quanto ancora si possa ignorare.
Lo stupro di ottobre, un episodio brutale all’alba che ha sconvolto una passante, ha riacceso i riflettori su questa faccia nascosta di Napoli, spingendo associazioni locali a organizzare passeggiate antiracket e iniziative artistiche – piccoli gesti di resistenza che tentano di restituire vita a questi vicoli. Al centro di tutto, il fenomeno dei pusher extracomunitari che popolano la piazza e i dintorni, trasformandola in un hub dello spaccio, con operazioni come quella di ieri che hanno portato a sequestri ripetuti di cocaina, eroina, crack e hashish, spesso nascosti in baracche improvvisate.
Dai dati, emerge un quadro che invita a una pausa di riflessione: da gennaio ad agosto, i Carabinieri hanno identificato oltre 2.500 persone nella zona, tra cui 261 immigrati irregolari, controllando più di 1.200 veicoli e infliggendo sanzioni a centinaia. Arresti come quello di un 30enne marocchino a settembre, con dosi pronte alla vendita, o di un 14enne dominicano usato come corriere ad agosto, raccontano storie di disperazione che si intrecciano con aggressioni a agenti da parte di spacciatori nigeriani. E poi, come un’eco persistente, “sempre più in mano a pusher extracomunitari”, con risse all’alba tra coltelli e bottiglie rotte, come accaduto in un incidente di luglio, che terrorizzano i locali e sottolineano la mancanza di un presidio costante.
Questi blitz interforze, come quello di ieri che ha portato a tre arresti per droga tra Porta Capuana e Vicaria, con sequestri superiori a un chilo di stupefacenti e oltre 15mila euro in contanti, sono passi necessari, ma – e qui si sente l’urgenza di una micro-osservazione – forse ancora insufficienti di fronte a un degrado che persiste. Ambulanze bloccate dalla folla e dalla merce abusiva, graffiti e sporcizia che si accumulano, come proposto dal Coordinamento Civico locale, richiedono interventi immediati, mentre i residenti lamentano una carenza di forze dell’ordine, soprattutto di notte, amplificando quel senso di abbandono che fa parte del tessuto quotidiano.
In fondo, storie come questa ricordano quanto le strade di una città siano specchio delle sue sfide, invitando a riflettere su come, tra le pieghe di Napoli, ogni operazione possa essere un seme di cambiamento per chi vive qui, sperando in un futuro meno invisibile.