Cronaca
A Marano, il sequestro degli uffici del Giudice di Pace evidenzia rischi per la salute e la sicurezza della comunità
Sequestro negli uffici del Giudice di Pace a Marano: rischi per la comunità che nessuno si aspettava #SicurezzaLavoratori #GiustiziaNapoli
Immaginate di varcare la soglia di un edificio che dovrebbe essere un pilastro della giustizia, nel cuore di Marano di Napoli, un quartiere animato da una comunità che conta su questi spazi per risolvere le proprie controversie. Invece, oggi, quegli uffici giacciono sigillati, avvolti in un’atmosfera di incertezza che ha colpito tutti i protagonisti quotidiani: dipendenti, avvocati e cittadini che affollavano i corridoi durante le udienze.
È stata la Guardia di Finanza del Comando provinciale di Napoli, con il supporto del Gruppo di Giugliano in Campania, a guidare un’operazione che ha portato alla luce un quadro preoccupante, con il giudice per le indagini preliminari che ha convalidato il sequestro preventivo disposto d’urgenza dalla Procura di Napoli Nord. Per anni, le attività si sono svolte ignorando le basi essenziali della sicurezza, come l’assenza di certificazioni antincendio obbligatorie e la mancanza di revisioni ai presidi di emergenza. Le vie di esodo, cruciali in caso di pericolo, risultano critiche, e persino la Scia – la segnalazione certificata di inizio attività – è assente, lasciando esposti tutti coloro che frequentano questi locali.
Ma il vero allarme emerge dalle ispezioni congiunte con i Vigili del Fuoco di Napoli e gli ispettori dell’Asl Napoli 2 Nord, che hanno rivelato gravi carenze igieniche: ambienti umidi nei locali tecnici interrati, dove “favoriscono la proliferazione di agenti patogeni”, ponendo un rischio tangibile non solo per chi lavora lì ogni giorno, ma anche per gli utenti che si recano per le loro udienze. È un quadro che fa riflettere su come, in un contesto urbano come quello di Marano, dove la vita quotidiana è intrecciata con le istituzioni, queste lacune possano minacciare la salute della comunità intera, ricordandoci quanto sia fragile l’equilibrio tra efficienza e tutela.
Gli accertamenti hanno confermato “l’esistenza del periculum in mora”, sottolineando che tenere aperti questi spazi avrebbe prolungato i pericoli derivanti da queste irregolarità. Ora, mentre la città si interroga su come riprendere le attività giudiziarie, è impossibile non pensare all’impatto su una comunità che si affida a questi uffici per la sua serenità quotidiana – un promemoria delicato di quanto la sicurezza non sia un optional, ma un dovere fondamentale.
Questa vicenda, con il suo mix di urgenza e riflessione, lascia aperta una domanda: come possiamo garantire che luoghi così centrali per la vita sociale siano non solo funzionali, ma anche sicuri per tutti?