Cronaca
A Ischia, il noto complesso turistico Le Fumarole ora è sotto sigilli, toccando la vita locale e il settore viaggi.
Sequestro improvviso a Ischia: la celebre spiaggia dei Maronti sotto i sigilli, tra bellezza rubata e vincoli ambientali #Ischia #Ambiente (150 caratteri)
Immaginate una mattina soleggiata sulla Spiaggia dei Maronti, dove il mare cristallino lambisce la sabbia nera vulcanica e i turisti si riuniscono per un caffè o un pranzo rilassato in quella che era una delle oasi più vivaci di Ischia. Oggi, però, quel paesaggio idilliaco è stato interrotto da un’operazione dei Carabinieri della Compagnia di Ischia, che hanno eseguito un sequestro preventivo su un intero complesso turistico, “Le Fumarole da Nicola e Lucia Di Meglio & C. s.a.s.”, simbolo di ospitalità e divertimento per generazioni di visitatori.
Questa vicenda affonda le radici in decenni di interventi non autorizzati, iniziati addirittura nel 1968, come emerso dalle indagini partite lo scorso giugno dalla Stazione Carabinieri di Barano d’Ischia. Invece di semplici errori edilizi, si delinea un quadro più complesso: scavi profondi nella roccia viva, sbancamenti che hanno alterato il terreno, pedane fisse e strutture in cemento erette senza alcun permesso, fino alla creazione di terrazzamenti e muretti che hanno modificato l’aspetto naturale della zona. È come se, piano piano, un pezzo di paradiso isolano fosse stato eroso, lasciando la comunità a chiedersi come proteggere questi tesori condivisi.
Il colpo di grazia è arrivato dal GIP del Tribunale di Napoli, su richiesta della Procura locale, che ha ordinato il sequestro di un’area estesa circa 2.500 metri quadrati. L’attenzione si concentra sulla gravità dell’impatto: come sottolineato dagli inquirenti, queste opere hanno provocato una “irreversibile trasformazione orografica del territorio”, un cambiamento che non si limita a una macchia sul paesaggio, ma che solleva riflessioni sul fragile equilibrio tra sviluppo e conservazione in un’isola già segnata da vincoli paesaggistici e sismici. Le richieste di condono presentate nel tempo dall’impresa non hanno retto, evidenziando quanto sia difficile sanare danni del genere quando il benessere collettivo è in gioco.
Ora, con la notifica del decreto alla rappresentante legale, scatta un termine di 20 giorni per lo sgombero, aprendo le porte a una battaglia legale più ampia e, forse, a un’operazione di ripristino ambientale tanto necessaria quanto complessa. In un luogo dove il turismo è vita quotidiana, questo episodio ricorda a tutti noi quanto il patrimonio naturale di Ischia non sia solo un’attrazione, ma un’eredità da custodire con responsabilità condivisa.