Cronaca
A Cava de’ Tirreni, la comunità si stringe per l’ultimo saluto ad Anna Tagliaferri
Cava de’ Tirreni piange Anna Tagliaferri: una comunità in lutto per un femminicidio che ha segnato il territorio #CavaDeiTirreni #ControLaViolenza
Immaginate una piccola città incastonata tra le colline campane, dove le strade familiari e le piazze affollate di solito risuonano di vita quotidiana, ora avvolte da un silenzio carico di emozione. Oggi, a Cava de’ Tirreni, centinaia di persone si sono riunite nel cuore della comunità per accompagnare l’ultimo viaggio di Anna Tagliaferri, una donna di 40 anni strappata via dalla violenza del suo compagno, Diego Di Domenico, in un tragico episodio che ha lasciato ferite profonde, incluso il grave ferimento della madre di Anna, prima che lui si togliesse la vita otto giorni fa. Il sindaco ha proclamato il lutto cittadino, trasformando questa giornata in un momento di riflessione condivisa.
Il Duomo, con le sue antiche arcate e l’aria solenne, è diventato il centro di un abbraccio collettivo. Amici, familiari e persino clienti fedeli della “Pasticceria Tirrena” – l’attività storica che Anna gestiva con i fratelli, rendendola un punto di riferimento amato in città – si sono stretti gli uni agli altri, riempiendo la chiesa e riversandosi fuori, in un mare di volti segnati dal dolore. Era palpabile l’affetto per una donna stimata e attiva nella comunità, una figura che incarnava il tessuto quotidiano di Cava, dove relazioni e tradizioni si intrecciano come i vicoli del centro storico.
Al termine della cerimonia, la bara bianca, adornata da un tappeto di fiori candidi, è stata portata a spalla tra un applauso commosso e prolungato, un gesto semplice ma potente che ha unito tutti in un addio. Il corteo ha fatto una sosta significativa davanti alla pasticceria di famiglia, quasi a onorare non solo la persona, ma l’eredità di imprenditorialità e calore che Anna lasciava dietro. In quel momento, l’atmosfera era un misto di tristezza e solidarietà, riflettendo come eventi del genere non colpiscano solo una famiglia, ma scuotano l’intero contesto sociale, ricordandoci quanto sia fragile il senso di sicurezza in una comunità apparentemente serena.
Al centro della celebrazione, l’arcivescovo di Amalfi-Cava de’ Tirreni, monsignor Orazio Soricelli, ha guidato le preghiere con parole che hanno toccato il cuore di tutti. Ha affermato con forza: “Siamo qui perché una vita è stata spezzata in modo violento, ingiusto e assurdo. Siamo qui per Anna”. Poi, invitando a una riflessione più profonda, ha aggiunto: “L’amore vero, quello di cui parla il Vangelo, non ferisce, non uccide, non controlla, non distrugge. L’amore lascia vivere”. E non si è fermato al lutto: “Non basta piangere. La memoria di Anna chiede di diventare responsabilità, chiede scelte concrete, relazioni più vere”. Queste parole, semplici e dirette, hanno risuonato come un invito a trasformare il dolore in azione, un piccolo ma significativo passo per chi, come questa comunità, si trova a fare i conti con la realtà della violenza domestica.
Man mano che la giornata si è conclusa, con il corteo che si dirigeva verso il cimitero, è rimasto un senso di unityà e introspezione: storie come quella di Anna non sono solo tragedie isolate, ma chiamate a un dialogo più ampio sul rispetto e la prevenzione, per garantire che il territorio di Cava de’ Tirreni, e oltre, diventi un luogo più sicuro per tutti.