Cronaca
A Capua, l’inganno di una falsa dottoressa sui social rivela un ambulatorio segreto in casa, portando al sequestro per tutelare la comunità
Scoperto un ambulatorio segreto di chirurgia estetica tra le vie di Capua: i pericoli nascosti nei post social. #Capua #Salute
Immaginate di scorrere il feed di un social network, attirati da promesse di un aspetto più giovane e radioso, solo per scoprire che dietro quelle foto patinate si nasconde un rischio reale per la salute. È proprio questo il quadro che emerge da Capua, dove le autorità hanno fatto irruzione in una casa qualunque, trasformata in un ambulatorio clandestino che attirava clienti ignari con offerte allettanti online.
A Capua, un ambulatorio clandestino di chirurgia estetica è stato scoperto, rivelando come la promessa di bellezza sui social possa nascondere veri e propri pericoli, sollevando interrogativi sulla sicurezza e sull’affidabilità dei servizi sanitari non autorizzati. Al centro di questa vicenda, una infermiera che si è spacciata per medico, operando senza le necessarie qualifiche e attirando donne in cerca di filler per labbra e zigomi, iniezioni di tossina botulinica o trattamenti di biorivitalizzazione. Le strade di Capua, con le loro case familiari e il via vai quotidiano, diventano così lo sfondo di una storia che fa riflettere sull’ingenuità con cui ci affidiamo a influenze digitali, spesso sottovalutando i pericoli per la comunità locale.
Durante la perquisizione, i finanzieri della Compagnia di Capua hanno sequestrato un’impressionante quantità di attrezzature: siringhe, provette, sostanze come l’acido ialuronico e la tossina botulinica, persino una centrifuga per plasma e contenitori di rifiuti medici. Non mancava un’agenda piena di nomi di clienti, testimonianza di un’attività redditizia ma illegale, condotta senza partita IVA o iscrizione all’albo professionale. È un quadro che evoca l’atmosfera di una routine domestica interrotta, dove il salotto di casa si trasforma in un luogo di rischi nascosti, ricordandoci come tali pratiche, prive di regolamentazione, possano mettere in pericolo la salute di chi abita queste zone.
In Italia, per esercitare la medicina estetica si richiedono una laurea specifica, l’iscrizione all’Ordine e una specializzazione adeguata, regole che questa donna ha ignorato, esponendo pazienti a gravi pericoli. Ora, le indagini continuano per ricostruire l’entità dell’evasione fiscale e del giro d’affari, un dettaglio che aggiunge un tocco di amarezza a una storia già allarmate, evidenziando quanto il fascino della bellezza a basso costo possa intaccare il tessuto sociale di comunità come quella di Capua.
Questa scoperta ci porta a una riflessione naturale: in un’era dominata dai social, dove ogni promessa sembra a portata di click, proteggere la nostra salute e quella dei nostri vicini richiede vigilanza e scelte informate, per evitare che simili rischi diventino la norma nelle nostre città.