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Cronaca

Tragedia a Brusciano: ennesimo sfregio coniugale, figlia minore interviene e salva la madre in extremis.

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Tragedia a Brusciano: ennesimo sfregio coniugale, figlia minore interviene e salva la madre in extremis.

#BruscianoUnderAttack: Quando il coraggio di una figlia spezza il ciclo della violenza domestica

In un territorio come Brusciano, dove le ombre della violenza domestica si allungano come un’eredità pesante, l’ennesima storia di orrore ci costringe a riflettere su quanto poco abbiamo imparato dalle ferite del passato. Qui, in questa comunità campana che conosco bene per le sue lotte quotidiane contro il silenzio e l’impotenza, una donna è stata strappata all’abisso solo grazie all’istinto salvifico di sua figlia. È un episodio che non solo riporta i fatti, ma ci spinge a interrogarsi sul fallimento delle nostre reti di protezione e sul prezzo che pagano le vittime in luoghi dove la paura è di casa.

Da anni, questa donna vive un calvario che va ben oltre una semplice lite familiare. Il suo corpo porta i segni di aggressioni ripetute: non si tratta di episodi isolati, ma di un pattern di abusi documentati da referti medici e denunce precedenti. In passato, è stata sfregiata e gravemente ferita due volte, con fratture al setto nasale che hanno richiesto interventi chirurgici, trasformando la sua vita in una sequenza di dolore e resilienza forzata. Trasferirsi da Pomigliano d’Arco in cerca di pace è sembrata solo una illusione, perché il 5 novembre scorso, il terrore l’ha raggiunta di nuovo, culminando in traumi e lesioni che le hanno imposto una prognosi di 30 giorni.

Ma in questo buio, emerge una luce straordinaria: mentre l’uomo infieriva, la madre ha trovato la forza per avviare una videochiamata, un gesto disperato che ha aperto uno spiraglio di speranza. Qui, la figlia – una giovane che conoscevo di fama in queste strade come una delle tante ragazze coraggiose di Brusciano – ha dimostrato un’intuizione fulminea. “Una donna è stata sfregiata due volte, costretta a ritirare una precedente denuncia e a ricadere nel terrore, finché il coraggio e l’amore filiale non l’hanno salvata,” come ha denunciato con forza il deputato Francesco Emilio Borrelli di Alleanza Verdi-Sinistra. Questo atto, forse un segnale silenzioso concordato, ha permesso alle forze dell’ordine di intervenire tempestivamente, trasformando quella ragazza da testimone impotente in un’eroina locale. Come cronista che vive queste dinamiche, vedo in lei il simbolo di una generazione che non si arrende, anche quando le istituzioni vacillano.

Borrelli non ha perso tempo a portare questa vicenda sotto i riflettori, definendola “l’ennesimo grido d’allarme che squarcia il velo dell’ipocrisia”. E ha ragione: questo caso espone con cruda evidenza quanto fragile sia la rete di tutela per le vittime nel nostro territorio. “Ciò dimostra quanto sia fragile la tutela offerta alle vittime e quanto sia urgente agire.” Ho visto troppe volte, qui a Brusciano e nei dintorni, donne costrette a ritrattare denunce per paura o mancanza di supporto, finendo intrappolate in un ciclo di violenza. Il deputato promette di seguire l’iter processuale da vicino, spingendo per misure cautelari severe contro l’aggressore, e lancia un appello diretto: “Lo Stato deve rispondere con pene dure e tutela immediata per chi denuncia. Non possiamo tollerare che i violenti continuino a muoversi impuniti. La nostra tolleranza verso la violenza domestica è pari a zero. Serve un baluardo invalicabile che garantisca protezione, certezze sul fronte penale e un supporto per ricostruirsi una vita libera dalla paura.”

Come chi vive e respira queste strade, non posso fare a meno di commentare che episodi come questo non sono rari in Campania; sono il riflesso di un tessuto sociale logorato da indifferenza e risorse insufficienti. È tempo che le istituzioni locali e nazionali trasformino queste parole in azioni concrete, garantendo non solo giustizia, ma anche percorsi di rinascita per le vittime. Brusciano merita di più di queste storie di sofferenza – merita una comunità dove il coraggio di una figlia non sia l’unica barriera contro l’orrore.

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