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Cronaca

Torre Annunziata: le telecamere svelano la cruda realtà della stesa sul Corso, ancora una volta.

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Torre Annunziata: le telecamere svelano la cruda realtà della stesa sul Corso, ancora una volta.

#PanicoNotturnoATorre: Una “stesa” in pieno centro scuote la comunità oplontina

Torre Annunziata non dorme mai, ma ieri sera il suo cuore pulsante, corso Vittorio Emanuele, è stato squarciato dal fragore di una sparatoria che ha riportato alla luce le ombre della camorra. Come chi vive qui da una vita, so bene che queste esplosioni di violenza non sono solo fatti di cronaca: sono segnali di un malessere profondo, dove il territorio paga il prezzo di faide che covano sotto la superficie della quotidianità.

Immaginate la scena: poco dopo le 20, in una zona vivace e affollata, a due passi dalla brulicante piazza Cesaro – dove famiglie e giovani si godono la sera – una raffica di proiettili ha preso di mira un’auto parcheggiata, scatenando il caos. Almeno quattro colpi, sparati da vicino, hanno echeggiato tra i palazzi, trasformando un momento di svago in un incubo. Urla, corse disordinate, gente che si rifugia nei negozi: è il ritratto di una comunità messa all’angolo, dove la paura è un’ospite indesiderata ma ricorrente.

Gli agenti della Polizia di Stato sono intervenuti con rapidità, sigillando l’area e avviando i necessari esami balistici. Sul posto, bossoli disseminati sull’asfalto e un veicolo forato come un colabrodo, ma fortunatamente vuoto al momento dell’attacco. È qui che entra in gioco la parola “stesa”, quel rituale intimidatorio legato alle guerre tra clan che, da queste parti, significa più di un gesto: è un avvertimento crudo, un modo per affermare il controllo in un’area già segnata da tensioni decennali.

La Questura sta lavorando instancabilmente per identificare il proprietario dell’auto e ricostruire il contesto, domandandosi chi potrebbe essere il bersaglio e quali rancori abbiano armato quei colpi. Torre Annunziata, crocevia di rivalità storiche, ha visto fin troppe volte questi episodi, ma uno così audace – in orario di punta, in una strada pedonale – non fa che evidenziare quanto sia precaria questa “pace armata”. Non è solo cronaca: è un richiamo alla realtà, dove i residenti come me si chiedono quanto ancora potremo fingere che tutto vada bene, mentre la camorra continua a dettare le regole.

La Procura locale ha già avviato un’indagine per lesioni dolose e danneggiamento aggravato, con l’ipotesi di estorsione che si fa sempre più concreta. In una città che lotta per scrollarsi di dosso questo stigma, eventi come questo non fanno che approfondire le ferite sociali, ricordandoci che la vera sicurezza non arriva solo con le pattuglie, ma con un impegno collettivo per spezzare questo ciclo di intimidazione. Qui, nel cuore dell’oplontino, la speranza è che questa “stesa” non resti solo un’eco intimidatoria, ma diventi il grido che spinge tutti noi a reagire.

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