Cronaca
Torna “Il Commissario Ricciardi” su Rai 1: un viaggio nei misteri di Napoli nel 1933, tra amori appassionati e storie di fantasmi che ancora parlano ai locali. (98 caratteri)
Il Commissario Ricciardi è di nuovo tra noi: Ombre e passioni nella Napoli del ’33, tra storia e misteri urbani #Napoli #RaiFiction #SerieItaliana
Ah, Napoli, sempre quel crocevia di storie avvolte nella nebbia del Vesuvio e nei vicoli umidi che custodiscono segreti secolari. Mentre l’inverno del 1933 stringe la città in una morsa di freddo e tensioni, rieccoci con Luigi Alfredo Ricciardi, il nostro commissario schivo e tormentato, che cammina per le strade affollate di gente e fantasmi. È un personaggio che, da vero figlio di questa terra, incarna l’eterna lotta tra razionalità e sovrannaturale, un’eredità che noi napoletani conosciamo fin troppo bene, tra credenze popolari e il peso della storia.
Da lunedì 10 novembre, questa figura iconica, nata dalla fervida immaginazione di Maurizio de Giovanni, fa il suo trionfale ritorno su Rai1 con la terza stagione de “Il Commissario Ricciardi”. Si tratta di una coproduzione tra Rai Fiction e Clemart srl, diretta dal sapiente occhio di Gianpaolo Tescari, che ci regala quattro serate dense di intrighi, ambientate in una Napoli d’altri tempi: elegante nei suoi palazzi liberty, ma inquieta sotto il regime che domina l’Italia. Come cronista locale, non posso fare a meno di notare come questa serie non si limiti a intrattenere, ma rifletta le contraddizioni della nostra città, un luogo dove l’amore nasce tra un’occhiata furtiva e un segreto inconfessabile, proprio come succedeva allora tra le famiglie borghesi e i bassifondi.
Per Ricciardi, questa stagione segna una svolta personale: dopo anni di corteggiamenti silenziosi, ha finalmente aperto il cuore a Enrica Colombo, la sua vicina di casa così riservata e piena di fascino. I due iniziano a frequentarsi apertamente, nonostante le interferenze della madre di Enrica e il fardello che Ricciardi porta dentro – quel dono misterioso che nessuno, nemmeno lei, conosce. È un’eco delle storie d’amore napoletane, dove i sentimenti si intrecciano con il tabù e il non detto, un realismo che ci fa riflettere su quanto poco sia cambiato nei rapporti umani qui, tra via Toledo e i quartieri popolari.
Intorno al commissario, la vita degli altri si dipana come un arazzo di dolori e riscatti. Il brigadiere Maione è ancora ossessionato dalla perdita del figlio Luca, un lutto che risuona con le tragedie familiari che troppo spesso segnano le nostre comunità. Il dottor Modo, dal canto suo, si impegna a supportare il figlio di Lina, la prostituta vittima di una violenza brutale, un tema che, ahimè, ci riporta alle disuguaglianze sociali che Napoli ha sempre combattuto, dalle gang di un tempo ai problemi odierni. E poi c’è Livia, intrappolata in una relazione turbolenta con il maggiore Manfred, un legame segnato dai compromessi e dal controllo asfissiante di Falco, quel funzionario della polizia politica così devoto al regime, ma travolto dalla gelosia – un ritratto vivido di come il fascismo abbia influenzato le vite private, un capitolo storico che noi locali non possiamo ignorare, con un misto di amarezza e critica.
Non dimentichiamo la contessa Bianca Palmieri di Roccaspina, enigmatica confidente di Ricciardi, che si trova di fronte a una scelta rischiosa, capace di macchiare per sempre la sua immagine. È un personaggio che mi fa pensare a quelle donne napoletane di un tempo, forti ma invischiate nelle reti sociali, e che oggi, con il nostro spirito critico, ci spingono a riflettere su quanto il gender e il potere continuino a intrecciarsi nelle nostre storie.
Le indagini, naturalmente, restano al centro: Ricciardi si sconterà con un assassino efferato, in un’epoca in cui il concetto di “serial killer” non era ancora nei manuali di criminologia. Come giornalista del territorio, vedo in questo un commento sottile alle nostre cronache nere, dove il male seriale ha sempre aleggiato, da Jack lo Squartatore ai misteri irrisolti della nostra città. L’atmosfera della serie, sospesa tra realtà e visioni, cattura perfettamente quella poetica malinconia che rende “Il Commissario Ricciardi – terza stagione” un successo: non solo un intrattenimento, ma un omaggio riflessivo alla Napoli che amiamo e critichiamo.
Per chi apprezza la qualità visiva, la serie è disponibile anche in 4K su Rai 4K (canale 210 di Tivùsat), accessibile gratuitamente in tutta Italia, un tocco moderno che porta le nostre storie antiche sotto una luce nuova, rendendo omaggio alla bellezza cinematografica di questa terra. In fondo, come napoletani, sappiamo che i veri misteri non finiscono mai; rimangono lì, nei vicoli, pronti a essere raccontati.
