Cronaca
Titanus rivive il classico: in arrivo il remake di “Operazione San Gennaro”, eredità napoletana di Dino Risi.
#NapoliRinasceSulGrandeSchermo: A 60 anni, Operazione San Gennaro torna con un remake che mescola caos partenopeo e ironia moderna #CinemaItaliano #SanGennaroNapoli
Ah, Napoli, la città che non smette mai di reinventarsi, proprio come un vecchio classico del cinema che rifiuta di invecchiare! Sessant’anni dopo il suo debutto, il capolavoro di Dino Risi, Operazione San Gennaro, sta per tornare in sala con un remake targato Titanus Production, un omaggio che sa di nostalgia ma con un occhio al presente caotico della nostra terra. Come un napoletano doc, mi chiedo: è solo un revival o un modo per ricordare quanto la nostra città sia un’eterna fonte di storie folli e umane?
Pensateci: nel 1966, il film originale catturava le avventure di un gruppo di ladri americani, supportati da un boss locale, che miravano al tesoro di San Gennaro, quel simbolo sacro che da secoli lega fede e folklore napoletano. Era una commedia all’italiana pura, piena di equivoci, satire e un affetto sincero per le nostre superstizioni e la devozione popolare. Ora, nel remake del 2026, la storia si adatta ai tempi moderni: un americano sbarca a Napoli proprio durante la festa del santo, con l’idea di orchestrare il “colpo del secolo”. Ma, ahimè, si ritrova immerso nel tipico turbine di caos, fede e ironia che noi napoletani viviamo ogni giorno – un misto di sacro e profano che rende impossibile qualsiasi piano perfetto.
E qui viene il bello, o meglio, il riflessivo: ambientato in una Napoli contemporanea, globalizzata e iperconnessa, questo remake trasforma i social network in complici involontari della rapina. Immaginate furti che diventano virali, con commenti in diretta e meme che volano tra i vicoli – un ritratto ironico e un po’ amaro di come la nostra città sia sempre sotto i riflettori, spesso per le ragioni sbagliate. Da giornalista locale che ha visto Napoli evolversi da quartiere in quartiere, non posso fare a meno di notare come questo specchio moderno rifletta le nostre contraddizioni: da una parte, l’ingegno e la vitalità che ci rendono unici; dall’altra, il rischio che il nostro folclore diventi solo intrattenimento per turisti con lo smartphone in mano. È come se Risi stesse tornando a dirci: “Guardate, Napoli non cambia, ma il mondo intorno sì – e forse dovremmo riderne prima che ci travolga”.
Titanus, custode di tanti tesori del cinema italiano, ha scelto bene nel ripescare questo titolo leggendario, mirandovi a far riscoprire alle nuove generazioni il gusto di una commedia che mescola satira e umanità, dipingendo un ritratto autentico della Napoli che amiamo e critichiamo. Alla fine, questo remake non è solo un film: è un invito a riflettere su quanto il nostro spirito partenopeo – tra colpi di scena, devozione e risate – resti intramontabile, anche in un’era di like e condivisioni. Chissà, magari dopo averlo visto, usciremo dal cinema con una nuova prospettiva su quei tesori che, a Napoli, vanno ben oltre l’oro e le reliquie.
