Cronaca
Tempesta sulla Sicilia: Cuffaro e Romano a rischio arresto
TempestaSullaPoliticaSiciliana: un nuovo scandalo scuote la Sicilia!
La notizia è scoppiata come un fulmine a ciel sereno: la Procura di Palermo ha chiesto i domiciliari per 18 persone, tra cui spiccano i nomi di Saverio Romano e Salvatore “Totò” Cuffaro, due volti noti della politica siciliana. L’indagine, condotta dai carabinieri del Ros, verte su corruzione e appalti irregolari, e ha già scatenato un putiferio nella classe politica regionale.
La storia di Romano e Cuffaro è lunga e intricata, con radici che affondano nel passato della Democrazia Cristiana. Entrambi sono cresciuti sotto l’ala dell’ex ministro Calogero Mannino e hanno condiviso un percorso politico che li ha portati ai vertici delle istituzioni. Oggi, però, si ritrovano accomunati da una nuova bufera giudiziaria, con la loro sorte nelle mani del gip.
Per Cuffaro, non è il primo incontro con la giustizia. Dopo una condanna definitiva a 7 anni per favoreggiamento aggravato, ha scontato quasi 5 anni di reclusione. Dopo aver chiuso i conti con la giustizia, grazie all’indulto e alla buona condotta, Cuffaro si era dedicato a missioni umanitarie in Burundi, ma il richiamo della politica si è rivelato irresistibile. Nel 2023, il Tribunale di sorveglianza di Palermo ha dichiarato estinta la pena accessoria dell’interdizione perpetua dai pubblici uffici, riabilitandolo completamente e aprendogli la strada per un ritorno sulla scena politica.
La rottura tra Romano e Cuffaro era sembrata definitiva, dopo che il primo non si era presentato alla festa nazionale di Noi Moderati e il secondo aveva disertato la Festa dell’Amicizia organizzata dalla Nuova Dc. Ma adesso, la nuova inchiesta li ha riuniti sotto i riflettori della cronaca giudiziaria.
La lista degli indagati è lunga e comprende, oltre a Romano e Cuffaro, altre 16 persone. La Procura ha avanzato richiesta di applicazione di misura cautelare per tutti loro, e adesso è il gip a dover decidere se procedere con le misure cautelari. La Sicilia trattiene il fiato, in attesa della sentenza che potrebbe scuotere ulteriormente la politica regionale. Come disse “la giustizia è cieca, ma non è sorda”. Speriamo che la verità venga finalmente a galla e che “la legge sia uguale per tutti”. La Sicilia merita trasparenza e onestà, e non può più permettersi di essere teatro di scandali e corruzione. ora di cambiare, è ora di “fare pulizia”.
