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Cronaca

Tari salate in Campania: 418 euro a famiglia, secondi solo alla Puglia, un altro campanello d’allarme per i bilanci locali.

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Tari salate in Campania: 418 euro a famiglia, secondi solo alla Puglia, un altro campanello d’allarme per i bilanci locali.

#BolletteRifiutiInCampania: Altro salasso per le famiglie napoletane e campane, con rincari che ci mettono al secondo posto nazionale. Ma quanto durerà questo circolo vizioso? #Napoli #Rifiuti #Campania

In una regione come la Campania, dove il rapporto con i rifiuti è sempre stato un’eterna sfida, l’ultimo rapporto di Cittadinanzattiva per il 2025 suona come un campanello d’allarme che riecheggia nei vicoli affollati di Napoli e nelle strade provinciali. Qui, la Tari – la tassa sui rifiuti – continua a gonfiarsi, trasformando una spesa necessaria in un peso insostenibile per le tasche delle famiglie. Non è una novità per noi locali: tra cumuli storici e sforzi per la differenziata, ora ci troviamo di fronte a un aumento che fa male, soprattutto al Sud, dove i progressi non bastano a mitigare i costi.

Prendiamo ad esempio una famiglia tipo campana: tre persone in un appartamento di 100 metri quadrati devono sborsare una media di 418 euro all’anno, con un ritocco del 2,8% rispetto ai 407 euro del 2024. È un balzo che ci posiziona al secondo posto nazionale, subito dopo la Puglia, in una classifica che racconta più di numeri – parla di disuguaglianze territoriali che io, come cronista locale, vivo ogni giorno. In Campania, le province mostrano un quadro frammentato e frustrante: Avellino si difende come la più economica, con 297 euro annui e un calo dell’1,7% rispetto all’anno precedente, offrendo un raro sospiro di sollievo. Ma poi c’è Napoli, che svetta in negativo a 496 euro, un vero e proprio record regionale che fa infuriare i residenti, costretti a navigare tra inefficienze e tariffe alte. Salerno, nel frattempo, ha visto il rincaro più brusco, salendo a 464 euro con un +5,4%, mentre Benevento si ferma a 441 euro e Caserta a 389 euro. Come giornalista che bazzica queste zone, non posso fare a meno di pensare: è giusto che i cittadini paghino di più per un servizio che non sempre brilla?

Eppure, tra le ombre di questi costi stellari, c’è un barlume di speranza. La raccolta differenziata in Campania ha raggiunto il 56,6% nel 2023, un passo avanti rispetto al passato, anche se ancora lontana dal 65,2% nazionale. È un miglioramento che sa di impegno locale, con comunità che si rimboccano le maniche nonostante le carenze infrastrutturali. Ma confrontando con il resto d’Italia, il divario è abissale: al Nord, dove la spesa media è di soli 290 euro e la differenziata sfiora il 73%, le cose vanno lisce come l’olio; al Centro si arriva a 364 euro con un 62%; e al Sud, inclusa la nostra Campania, si toccano i 385 euro con un misero 59%. Le regioni più virtuose, come Trentino-Alto Adige (224 euro), Lombardia (262 euro) e Veneto (290 euro), ci fanno invidia, mentre noi condividiamo il podio dei più salati con la Puglia (445 euro) e la Sicilia (402 euro). Nei capoluoghi, poi, Catania domina con 602 euro, e Cremona chiude a 196 euro – un contrasto che mi fa riflettere su quanto il nostro Sud sia penalizzato da sistemi obsoleti e ritardi cronici.

Come chi vive e respira queste dinamiche quotidiane, non posso limitarmi a elencare i fatti: è evidente che dietro questi numeri c’è un problema più profondo, legato a una gestione dei rifiuti che in Campania rimane frammentata e sottovalutata. I rincari del 3,3% nazionale, che portano la spesa media a 340 euro, pesano di più qui al Sud, dove le risorse sono scarse e i cittadini sono già provati da altri fronti economici. È una chiamata alle armi per le amministrazioni locali: serve investire di più nella differenziata e nell’efficienza, non solo per abbassare le bollette, ma per restituire un po’ di equità a chi, come noi campani, paga il prezzo di un sistema nazionale sbilanciato. In fondo, se non cambiamo rotta, rischiamo di rimanere intrappolati in questo ciclo di sprechi e malcontenti, con le nostre strade a testimoniare una storia che meriterebbe un lieto fine.

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