Cronaca
Scontro all’ASL Napoli 1: Licenziato delegato sindacale, tensioni crescenti tra personale e dirigenza. (72 caratteri)
A Napoli la lotta per i diritti dei lavoratori si intensifica: licenziamento di un sindacalista sotto accusa #NapoliResiste #DirittiSulTerritorio
In una Napoli che non smette di lottare contro le ingiustizie del lavoro precario e degli appalti pubblici, la vertenza all’ASL Napoli 1 Centro sta diventando un simbolo di resistenza per tanti operai che conoscono bene le trappole di un sistema colabrodo. Qui, dove le strade sono un misto di vitalità e frustrazione quotidiana, il caso del licenziamento di Francesco Maresca, storico delegato sindacale del Sindacato Generale di Base (SGB) e dipendente della Coop Service – la società che gestisce i servizi in appalto per l’azienda sanitaria – ha acceso un dibattito rovente. Non è solo una storia personale, ma un richiamo alle coscienze di chi vive e lavora in questo territorio, dove le lotte sindacali spesso si scontrano con i meccanismi opachi del potere pubblico e privato.
Come cronista locale, non posso fare a meno di sottolineare quanto questo episodio rifletta le dinamiche tipiche della nostra città: un mix di coraggio individuale e silenzi istituzionali che lasciano i lavoratori esposti. Maresca, che ha sempre combattuto per la sicurezza e i diritti contrattuali dei colleghi, è stato licenziato in tronco, e il sindacato non ha esitato a bollare l’accaduto come un atto di chiara rappresaglia, punizione per chi osa alzare la voce. È un copione fin troppo familiare a Napoli, dove le denunce sui posti di lavoro insicuri e le paghe inadeguate vengono spesso represse invece che risolte, alimentando un clima di paura che erode la fiducia nella giustizia sociale.
La reazione dell’SGB è stata fulminea, come sempre accade quando la base operaia si mobilita: hanno richiesto il ritiro immediato del licenziamento e organizzato una mobilitazione che culminerà mercoledì 27 novembre 2025. Dalle 10 alle 13, i lavoratori della Coop Service – iscritti e non – parteciperanno a un’assemblea retribuita presso la sede ASL del Frullone, mentre un presidio di protesta bloccherà simbolicamente l’ingresso, manifestando solidarietà a Maresca e tenendo alta la guardia contro quelli che sembrano attacchi mirati alla libertà sindacale. Qui a Napoli, dove le piazze sono state da sempre il cuore delle rivendicazioni, questa iniziativa non è solo un gesto di solidarietà, ma un segnale che la comunità non accetta passivamente le ingiustizie, soprattutto in un settore come la sanità, che dovrebbe essere al servizio del pubblico e non un’arena di conflitti.
Ma al di là delle strade affollate, il vero nodo è la responsabilità solidale dell’ASL Napoli 1 Centro, l’ente committente che, secondo il sindacato, non può limitarsi a un ruolo di spettatore. In un territorio come il nostro, segnato da appalti che spesso mascherano irregolarità, è inaccettabile che un’istituzione pubblica resti inerte mentre nella sua filiera si consumano ritorsioni contro i rappresentanti dei lavoratori. L’SGB accusa apertamente i vertici dell’ASL di dover intervenire sulla Coop Service per ripristinare la legalità e garantire il rispetto dei diritti costituzionali. Come qualcuno che conosce bene queste dinamiche locali, mi chiedo: quante volte dobbiamo assistere a questi episodi prima che le istituzioni capiscano che ignorare il problema non fa altro che alimentare il malcontento, erodendo la fiducia in un sistema già fragile?
Mentre la mobilitazione cresce, la battaglia si sposta anche nelle aule di tribunale, con Maresca che ha affidato il suo caso all’avvocatessa giuslavorista Giuliana Quattromini per contestare il licenziamento. L’obiettivo è chiaro: ottenere una reintegra immediata e far riconoscere la natura discriminatoria di questa misura espulsiva. In un contesto come quello napoletano, dove gli appalti pubblici sono un labirinto di responsabilità condivise che spesso lasciano i lavoratori senza protezioni adeguate, questo caso potrebbe diventare un precedente fondamentale. È un test per verificare quanto il fronte operaio sia unito nel difendere ciò che è essenziale: il diritto di dissentire senza paura.
Alla fine, il 27 novembre sarà più di una semplice giornata di sciopero; sarà un momento di verità per capire se Napoli saprà resistere a chi tenta di silenziare le voci critiche. In una città che ha visto nascere tante battaglie per la dignità del lavoro, questa vertenza ricorda a tutti noi che i diritti non si regalano, ma si conquistano ogni giorno, passo dopo passo.
