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Cronaca

Scandalo Ecobonus nel nostro territorio: Mario Sassone rompe il silenzio, “Io consulente onesto come sempre”

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Scandalo Ecobonus nel nostro territorio: Mario Sassone rompe il silenzio, “Io consulente onesto come sempre”

A Avellino, il muro del silenzio crolla su un caso di truffa Ecobonus: un indagato sfida la linea omertosa! #AvellinoGiustizia #EcobonusScandalo #IrpiniaInvestiga

Ad Avellino, in un territorio dove le inchieste sulle frodi edilizie spesso rimbalzano tra ombre e reticenze, un solo indagato ha deciso di rompere il silenzio in un’indagine che mette nel mirino ben 17 persone. Mentre il resto del gruppo ha preferito tacere, Mario Sassone si è presentato al giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Avellino, offrendo una difesa dettagliata che porta con sé echi di un sistema locale dove la corruzione e i crediti edilizi gonfiati continuano a erodere la fiducia nella filiera dell’edilizia. Come cronista che vive queste dinamiche da anni, mi chiedo se questo gesto non sia un piccolo segnale di cambiamento in una provincia irpina troppo abituata a storie di favoritismi e affari opachi.

Sassone, l’ultimo degli indagati a essere ascoltato, ha viaggiato da Modena – dove risiede e lavora – per chiarire la sua posizione in un’audizione che ha segnato la fine della fase degli interrogatori. Questa scelta di collaborare, supportata dal suo avvocato penalista Domenico Iodice, stride con l’atteggiamento degli altri, evidenziando un contrasto che, da osservatore locale, mi fa riflettere su quanto la paura di esporsi sia radicata nelle nostre reti professionali. In un contesto come quello avellinese, dove gli Ecobonus hanno alimentato speranze di rilancio post-pandemia, casi del genere non solo smascherano presunte irregolarità, ma anche la fragilità di un tessuto economico che spesso dipende da incentivi statali finiti nel mirino di abusi.

Durante l’udienza, durata ore, Sassone ha ricostruito il suo ruolo con fermezza, presentandosi come un consulente e intermediario nel settore. “Sono un intermediario regolare”, ha affermato, enfatizzando come le sue azioni siano sempre state trasparenti e inquadrate in una vita professionale stabile. È un’affermazione che, da chi conosce le strade di Avellino, suona come un tentativo di normalizzare un quadro altrimenti torbido, dove molti intermediari navigano in acque grigie tra legalità e scorciatoie.

Il suo difensore, Iodice, ha poi argomentato con forza contro l’adozione di qualsiasi misura cautelare, citando elementi che sembrano plausibili ma che, per un cronista del territorio, non bastano a cancellare il sospetto. Nessun pericolo di fuga, ha sottolineato, dato che Sassone si è presentato spontaneamente; nessun rischio di reiterazione, visto che ha interrotto l’attività di consulenza da più di un anno e mezzo; fatti datati, risalenti al settembre 2024, che priverebbero l’inchiesta di urgenza; e indagini ormai complete, eliminando pericoli di inquinamento probatorio. Queste difese, però, mi portano a commentare come, in una realtà locale segnata da scandali ricorrenti, anche una difesa solida debba fare i conti con la percezione pubblica: quante volte abbiamo visto casi simili affossare la credibilità di intere categorie professionali?

Ora, con gli interrogatori conclusi, la palla passa alla Procura di Avellino, che dovrà decidere se procedere al rinvio a giudizio o archiviare alcune posizioni. La strategia di Sassone, basata su piena collaborazione, emerge come la più combattiva finora, ma da chi vive e respira queste storie, non posso fare a meno di chiedermi se questo sia l’inizio di un ripulisti vero o solo un’eccezione in un mare di silenzi. In Irpinia, dove l’economia edilizia è vitale ma vulnerabile, casi come questo non sono solo cronaca: sono un campanello d’allarme per una comunità che merita trasparenza e accountability.

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