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Cronaca

Scampia, la Guardia Medica tra infestazioni e porte disastrate: un’altra realtà da affrontare sul territorio.

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Scampia, la Guardia Medica tra infestazioni e porte disastrate: un’altra realtà da affrontare sul territorio.

#ScampiaSanitàInCrollo: Blatte, porte rotte e igiene zero nella guardia medica, un’altra ferita aperta nel cuore di Napoli

Napoli, e più precisamente Scampia, non è nuova a storie di abbandono e inefficienze, ma quando si tratta della sanità pubblica, il degrado diventa un affronto diretto alla comunità. Qui, nel Distretto 28 dell’ASL Napoli 1, sedici giovani medici tra i 25 e i 35 anni hanno alzato la voce contro una realtà che somiglia più a un set di un film horror che a un presidio sanitario. Non è solo sporco e pericoloso; è un simbolo di come, in quartieri come questo – già segnati da disoccupazione e marginalità – le istituzioni continuino a voltare le spalle ai propri eroi in camice bianco.

Questi professionisti, che affrontano turni estenuanti di 12 ore tra giorno e notte, descrivono un ambiente dove l’igiene è solo un concetto astratto. Immaginatevi: stanze senza finestre o con lucernari irraggiungibili, che lasciano l’aria stagnante e irrespirabile. È paradossale, no? Proprio dove si cura la salute, i medici devono combattere contro infestazioni di blatte che emergono dagli scarichi, bagni inutilizzabili dove ogni sciacquone provoca un’invasione di insetti misti ad acqua sporca, e la totale assenza di basi come sapone, acqua calda e persino carta igienica. A un certo punto, hanno dovuto minacciare una denuncia per ottenere sedie e qualche rotolo – una beffa che, da locale come me, mi fa riflettere su quanto il sistema sanitario campano sia ridotto a un gioco al ribasso, dove i sacrifici dei giovani sono dati per scontati.

E non finisce qui: la sicurezza è un miraggio. La porta d’ingresso, vitale per proteggere chi lavora da potenziali pericoli esterni, è già rotta e impossibile da chiudere, con richieste d’intervento cadute nel vuoto. Aggiungete il fatto che la struttura è isolata dal mondo: zero segnale telefonico, zero Wi-Fi, e quindi zero possibilità di fare anche una semplice ricerca sui farmaci per assistere i pazienti. Come cronista che gira per questi quartieri, vedo in questo non solo un’incapacità burocratica, ma un vero rischio per la comunità, dove i medici – già sovraccarichi – diventano facili prede di un sistema che non li tutela.

Tutto è esploso grazie a una segnalazione, completa di foto e video, inviata al deputato Francesco Emilio Borrelli di Alleanza Verdi-Sinistra. Lui, che conosce bene le dinamiche locali, non ha esitato a definire la situazione “un insulto alla dignità dei giovani professionisti e un pericolo per la salute pubblica”, annunciando un intervento immediato. “Richiederemo una verifica ispettiva urgente e rigorosa nei locali della Guardia Medica del Distretto 28 di Scampia”, ha dichiarato, aggiungendo: “L’obiettivo è accertare la veridicità delle gravissime segnalazioni e costringere chi di dovere a ripristinare con immediatezza gli standard minimi di igiene, sicurezza e funzionalità.” È un passo avanti, certo, ma come napoletano che vive queste storie ogni giorno, mi chiedo: quante volte dobbiamo arrivare al punto di rottura prima che cambino davvero le cose?

Questa denuncia, da parte di medici “pieni di energia e voglia di svolgere il proprio lavoro”, non è solo un grido d’aiuto per loro, ma un campanello d’allarme per tutta la sanità pubblica italiana. A Scampia, dove la gente conta su questi servizi per sopravvivere, il degrado non è un incidente: è il risultato di scelte sbagliate e risorse negate. Speriamo che questa volta sia l’inizio di un vero risveglio, prima che il prezzo lo paghino tutti noi.

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