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Cronaca

Santobono-Pausilipon guida l’Italia sui fronti degli impianti cocleari robotici per i bimbi, un orgoglio locale che conferma la nostra eccellenza sanitaria.

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Santobono-Pausilipon guida l’Italia sui fronti degli impianti cocleari robotici per i bimbi, un orgoglio locale che conferma la nostra eccellenza sanitaria.

#NapoliPuntaAvanguardia: Il Sud che conquista la sordità infantile con robot e bioingegneria

Come cronista locale di Napoli, dove le storie di innovazione si intrecciano con le sfide quotidiane del nostro territorio, non posso fare a meno di riflettere su come il Santobono-Pausilipon stia trasformando la lotta alla sordità infantile in un simbolo di progresso. Qui, nel cuore di una città che spesso lotta contro scarsità di risorse e ritardi infrastrutturali, nasce il primo centro italiano che fonde chirurgia e bioingegneria, offrendo una speranza concreta ai più piccoli. È un traguardo che non solo celebra la tecnologia, ma anche la resilienza di un Sud capace di innovare nonostante tutto.

L’Ospedale Santobono-Pausilipon, da sempre un pilastro per la salute dei bambini in Campania, si è affermato come il centro leader nazionale per gli impianti cocleari nei più piccoli, grazie all’integrazione di robotica avanzata. Antonio Della Volpe, alla guida dell’Unità operativa complessa di Otorinolaringoiatria, è l’artefice di questa rivoluzione. Come napoletano che conosce bene le dinamiche locali, vedo in lui l’esempio di come il talento medico del nostro territorio possa superare limiti apparenti, trasformando procedure complesse in interventi precisi e umanizzati.

«Ogni anno effettuiamo circa 80 impianti – spiega Della Volpe –. L’uso sistematico della robotica ci consente di inserire l’elettrodo con una delicatezza costante e una precisione impossibile da raggiungere manualmente. È una rivoluzione che cambia il destino dei nostri bambini».

Questa tecnologia, sostenuta dai fondi del Pnrr, non è solo un gadget futuristico: è una risposta pratica a bisogni reali. Pensateci: in una regione come la nostra, dove le disuguaglianze sanitarie sono evidenti, l’uso di robot e stampanti 3D permette di personalizzare ogni intervento, riducendo rischi e adattandosi alle specifiche anatomie dei pazienti. Il centro utilizza una stampante 3D per ricreare fedelmente strutture come l’osso temporale e la coclea, basandosi su immagini radiologiche. È un approccio su misura, che fa eco al nostro spirito partenopeo – artigiano e creativo – e che, a mio avviso, potrebbe ispirare altre realtà locali a investire in simili innovazioni, magari per affrontare le carenze croniche nel settore pediatrico.

«La stampa 3D – sottolinea Della Volpe – ci permette di conoscere in anticipo l’anatomia dell’orecchio di ciascun paziente e di simulare l’intervento. È come se il chirurgo potesse già “entrare” nell’orecchio prima dell’operazione».

Da due anni, il Santobono ha già completato oltre 50 interventi con questa robotica, eliminando i piccoli tremori umani e migliorando la visibilità nelle parti più intricate dell’orecchio. Non si tratta solo di chirurgia protesica, ma di un passo verso tecniche endoscopiche “a due mani”, ancora rare in Europa. Come giornalista immerso nel tessuto locale, mi chiedo: se un ospedale come questo può attrarre pazienti da tutta Italia, non è forse il momento di valorizzare di più queste eccellenze del Mezzogiorno, anziché dipendere sempre da centri del Nord?

Il direttore generale Rodolfo Conenna sottolinea l’ambizione del centro: «Investire nelle tecnologie più avanzate – commenta Rodolfo Conenna, direttore generale dell’AORN Santobono-Pausilipon – significa investire nella medicina del futuro. Il nostro obiettivo è offrire cure sempre più specialistiche e personalizzate, capaci di attrarre pazienti non solo dalla Campania, ma da tutto il Paese». Parole che, per un napoletano come me, suonano come una sfida al preconcetto che il Sud sia solo “terra di emigrazione”. Con decine di interventi ogni anno e richieste crescenti da fuori regione, questo ospedale non è solo un punto di riferimento medico: è un faro per la comunità, che restituisce udito e voce a bambini che altrimenti rischierebbero di essere emarginati.

In conclusione, mentre Napoli naviga tra le sue contraddizioni – dal caos urbano alle gemme di innovazione come questa – storie come quella del Santobono ricordano che il vero progresso nasce dal mix di tecnologia e cuore locale. È un invito a tutti noi, a credere di più nelle potenzialità del nostro territorio e a spingere per un futuro sanitario equo e all’avanguardia.

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