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Cronaca

Santa Maria a Vico, tribunale respinge sorveglianza speciale per 25enne: una decisione che solleva interrogativi sulla sicurezza locale.

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Santa Maria a Vico, tribunale respinge sorveglianza speciale per 25enne: una decisione che solleva interrogativi sulla sicurezza locale.

#GiustiziaLocale | In Campania, un tribunale respinge la sorveglianza speciale per un giovane del territorio, riaccendendo dibattiti sulla prevenzione dei reati

In una terra come la Campania, dove le storie di legalità e rischio sociale si intrecciano quotidianamente tra le strade familiari, il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere ha appena emesso una decisione che fa riflettere: ha respinto la richiesta di sorveglianza speciale e divieto di soggiorno per un 25enne di Santa Maria a Vico, già noto per le sue vicissitudini con la giustizia. Come cronista del posto, non posso fare a meno di vedere in questa sentenza un segnale delle complessità che affrontiamo ogni giorno, dove la bilancia tra sicurezza pubblica e diritti individuali oscilla precariamente.

La Sezione Misure di Prevenzione del tribunale ha accolto le argomentazioni della difesa, rappresentata dall’avvocato Vittorio Fucci, decretando che non ci sono le basi sufficienti per imporre restrizioni così invasive. La Procura, dall’altro lato, aveva puntato i riflettori su questo giovane per la sua presunta pericolosità sociale, citando una sfilza di incartamenti: da processi per estorsione e maltrattamenti, a denunce per uso improprio di telefoni in carcere, risse, furti e persino spaccio di droghe. Qui, nel nostro territorio, dove le famiglie conoscono bene il peso di queste accuse, è inevitabile chiedersi se una simile scia di fatti non meriti un’attenzione più rigorosa, o se invece il sistema stia finalmente premiando una valutazione più sfumata.

Da un cronista che vive queste dinamiche, questa scelta del tribunale sembra un richiamo alla cautela: non basta accumulare denunce per etichettare qualcuno come minaccia permanente. Le misure di sorveglianza speciale, spesso viste come un’arma preventiva contro il crimine organizzato, qui vengono temperate dalla difesa, che ha convinto i giudici della mancanza di una “reale pericolosità” del soggetto. Eppure, guardando le strade di Santa Maria a Vico, non posso ignorare come episodi del genere alimentino il dibattito locale sul controllo del territorio. Negli ultimi anni, tra le pieghe della nostra comunità, abbiamo visto come il sovrapporsi di reati minori e gravi possa erodere la fiducia nelle istituzioni, lasciando spazio a paure diffuse.

Questa sentenza, insomma, non è solo un’archiviazione burocratica: è un precedente che sottolinea come, in contesti come il nostro, la presenza di precedenti penali non debba automaticamente tradursi in limiti alla libertà. Il giovane potrà dunque rimanere a Santa Maria a Vico senza vincoli, almeno per ora, offrendo un’opportunità per un percorso di reinserimento. Ma per chi, come me, osserva da vicino le sfide di questa zona, è un invito a riflettere: servirà davvero per rafforzare la coesione sociale, o rischia di essere un passo indietro nella lotta contro i fenomeni che affliggono il nostro quotidiano? Solo il tempo, e le prossime storie dal territorio, lo diranno.

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