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Cronaca

Rione Traiano: Arrestati due ricettatori con valigie di attrezzi medici rubati – Un altro segnale del mercato nero che non si arrende.

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Rione Traiano: Arrestati due ricettatori con valigie di attrezzi medici rubati – Un altro segnale del mercato nero che non si arrende.

#RioneTraianoSottoControllo: La polizia smaschera due ricettatori con un arsenale di attrezzi medici trafugati, in un quartiere che lotta contro l’ombra del degrado #Napoli #CronacaNapoletana #SicurezzaUrbana

Nel cuore del Rione Traiano, quel quartiere napoletano dove le vie strette raccontano storie di resilienza mista a difficoltà, la Polizia di Stato ha messo a segno un intervento rapido che fa riflettere sulle piaghe della microcriminalità. È accaduto venerdì pomeriggio in via Vicinale Cupa Cintia, durante uno dei soliti pattugliamenti che i agenti del Commissariato San Paolo conducono per tenere a bada il declino di un’area spesso relegata ai margini della città.

Qui, dove la quotidianità è segnata da contrasti evidenti – case affollate e sogni interrotti – due individui sono stati sorpresi in flagranza, con un carico sospetto che ha subito acceso i sospetti. Un 33enne del posto e un 35enne di origini pakistane, colti con atteggiamenti nervosi e passi affrettati, come se stessero scappando da un’improvvisa folata di vento, non hanno potuto sfuggire all’occhio vigile delle forze dell’ordine.

La perquisizione ha rivelato un trolley straripante di oggetti illeciti: 286 pezzi tra pinze, forbici e bisturi, tutti senza un briciolo di documentazione che ne attesti l’origine pulita. È il classico quadro di una ricettazione che, in un contesto come questo, non sorprende ma indigna, perché qui al Rione Traiano questi traffici alimentano un ciclo di marginalità che tocca famiglie e commercianti onesti, amplificando il senso di abbandono.

Il 35enne, con lo sguardo basso, ha provato a giustificarsi balbettando: “Non so, l’ho trovato”. Ma in un quartiere dove tutti sanno che ogni oggetto “trovato” ha una storia torbida, questa scusa suona vuota, un refrain stanco che non convince più nessuno. Nemmeno il suo compare se l’è cavata meglio: tra le sue tasche e borse, sono emerse 5 pinze emostatiche “mosquito” e 2 porta aghi, strumenti da sala operatoria finiti chissà come nelle strade sbagliate. Lui ha ammesso: “Li ho appena comprati”, ma senza una prova che non puzzasse di mercato nero, le sue parole sono parse solo un goffo tentativo di minimizzare.

Denunciati a piede libero dal Commissariato, con il materiale sequestrato ora al vaglio di analisi più approfondite, questi arresti non sono solo una statistica. Per chi vive qui, come me che scrivo da queste parti, rappresentano un monito su quanto la criminalità minore erode il tessuto sociale: ruba non solo oggetti, ma anche fiducia e opportunità. In zone come Rione Traiano, dove la lotta contro il degrado è quotidiana, interventi del genere ricordano che la sicurezza non è un lusso, ma una necessità per ridare fiato a una comunità che merita di più di ombre e scuse al vento.

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