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Cronaca

Qui a Padova, le truffe agli anziani crescono con il Natale: arrestati due truffatori itineranti da Napoli.

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Qui a Padova, le truffe agli anziani crescono con il Natale: arrestati due truffatori itineranti da Napoli.

Truffe agli anziani: Colpo da 30mila euro sventato a Padova, due napoletani in manette #SicurezzaLocale #AnzianiProtetti #CampaniaPadova

Con l’avvicinarsi del Natale, il nostro territorio non è immune dal dilagare di raggiri che sfruttano la solitudine degli anziani, una piaga sociale che ci fa riflettere su quanto la fiducia innocente possa trasformarsi in facile preda per i malintenzionati. Qui da noi, nelle province del Nord come Padova, questi episodi non sono solo notizie da prima pagina, ma storie che toccano la quotidianità delle nostre comunità, dove gli anziani rappresentano il cuore della famiglia e il legame con le tradizioni. È frustrante constatare come, nonostante le campagne di sensibilizzazione, i truffatori continuino a colpire con metodi sempre più astuti, alimentando un clima di diffidenza che erode la serenità delle nostre strade.

Nel recente caso che ha coinvolto la polizia padovana, due uomini originari di Napoli – di 49 e 63 anni – sono stati arrestati per aver orchestrato un inganno ai danni di un’anziana signora di 88 anni residente a Milano. Un falso “carabiniere” l’ha contattata al telefono, fingendosi un rappresentante dell’Arma per informarla di un presunto furto e convincerla a consegnare immediatamente i suoi gioielli di famiglia, spacciando la storia come una verifica urgente in caserma. La donna, ingenuamente credendo che il marito fosse coinvolto in un riconoscimento ufficiale, ha ceduto i preziosi senza sospettare il tranello. Solo dopo essersi resa conto dell’imbroglio, ha trovato il coraggio di denunciare tutto, un gesto che, come cronista del territorio, non posso che lodare come esempio di resilienza in un’età dove la solitudine può essere un’arma a doppio taglio.

Gli agenti della Squadra Mobile di Padova, che già tenevano d’occhio i sospettati per precedenti segnalazioni, li hanno intercettati proprio mentre tentavano di dileguarsi dalla città, viaggiando su un’auto a noleggio e avendo pernottato in un B&B locale – indizi che, per chi conosce le dinamiche delle nostre province, suonano come campanelli d’allarme classici di operazioni itineranti. Durante la perquisizione, è stato recuperato l’intero valore del colpo, circa 30mila euro in gioielli, prontamente restituito alla vittima. I due, noti alle forze dell’ordine per analoghi reati contro il patrimonio – inclusi furti di orologi di lusso e altre truffe mirate – sono stati trasferiti al carcere “Due Palazzi” di Padova, su indicazione della Procura.

Come giornalista radicato in queste realtà, non posso ignorare quanto questo episodio rifletta un problema più ampio: dall’inizio dell’anno, la sola polizia di Padova ha messo le manette a dodici persone per casi simili, un dato che sottolinea come le nostre città non siano solo mete turistiche o industriali, ma anche terreni fertili per questi predatori che spesso provengono da aree come la Campania, dove il disagio economico può alimentare simili attività. È un circolo vizioso che ci interroga sulle disparità regionali e sull’urgenza di interventi più incisivi, come maggiore educazione civica o supporto alle reti famigliari, per proteggere chi ha costruito il tessuto della nostra società.

Le forze dell’ordine stanno intensificando i controlli e le iniziative di prevenzione, un passo avanti che apprezzo per il suo realismo, ma che mi porta a commentare: quanto ancora dovremo affidarci solo alle autorità, quando una comunità consapevole potrebbe essere la prima barriera? Il messaggio è chiaro e va ribadito con forza: nessun vero carabiniere o poliziotto richiederebbe mai la consegna di gioielli o contanti via telefono o porta a porta. In caso di dubbi, contattate sempre il 112 o il 113 – una precauzione semplice, ma vitale per le nostre strade.

Mentre il procedimento nei confronti dei due arrestati è ancora in fase preliminare, e li riteniamo non colpevoli fino a sentenza definitiva, questo caso ci ricorda che la vera sicurezza inizia dalla nostra vigilanza quotidiana, rafforzando i legami comunitari per un territorio più unito e protetto.

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